Meno soldi meno gite – Ormai se ne sono accorti tutti, anche i più giovani: l’Italia sta attraversando un periodo di crisi. Crisi nera. E le conseguenze si toccano con mano nella quotidianità; ci sono meno soldi in giro, il lavoro scarseggia, un po’ tutti sono costretti a tirare la cinghia. E allora succede, fra le altre cose, che le gite scolastiche subiscono un generale ridimensionamento. La notizia ufficiale arriva da Giorgio Rembado presidente dell'associazione nazionale Presidi: “a causa della crisi economica c’è stato un generale ridimensionamento del turismo scolastico”.
I prof stressati, famiglie in crisi e fondi inesistenti.- Che brutta cosa. Perché accade? “Per una serie – spiega ancora Rembado – di concause. Da un lato, la crisi economica generale ha colpito le famiglie e la possibilità, quindi, di finanziare le attività aggiuntive dei figli. Dall’altro la riduzione dei finanziamenti alle scuole ha fatto sì che queste non potessero più finanziare o cofinanziare le quote a carico degli studenti. In ultimo, anche i sempre più pressanti carichi e le crescenti responsabilità di cui sono gravati i docenti, dalla responsabilità di vigilanza sulla salute psicofica degli studenti alla difficoltà a mantenere un ruolo professionale e di confidenza durante il viaggio, hanno portate ad una crescente disaffezione”.
Dove si va in gita? – Insomma, al problema dei soldi si aggiunge anche lo stress dei prof. Ma quali sono, a prescindere da questa situazione così critica, le mete più gettonate per i viaggi insieme ai compagni di scuola? “Rimangono in vetta le grandi città d’arte – dice Rembado – che dovrebbero essere comunque quelle prevalenti, vista la ricchezza di tesori artistici del nostro paese. Per l’estero, nonostante l'attrattiva delle capitali europee, la crescita dei costi e la diminuzione delle possibilità da parte delle famiglie hanno causato una crescente perdita di appeal”.