La dipendenza da gioco d’azzardo tra i giovanissimi è cresciuta
Cresce la dipendenza da gioco d’azzardo tra i giovani. Un fenomeno non emerso certamente oggi, ma una piaga sociale che interessa l’intera penisola e diverse fasce d’età. Quella 14-17 anni, però, è attualmente al centro di particolare preoccupazione perché tra i giovanissimi, a seguito di un’indagine condotta nelle scuole dall’Istituto Superiore di Sanità, è emerso che 90mila sarebbero i ragazzi che è possibile definire “giocatori problematici” e 130mila quelli fragili a rischio.
I risultati dell’indagine dell’ISS
Questi sono i numeri dei ragazzi che sono caduti nella dipendenza da gioco d’azzardo. La quale non è solo legata alle macchinette – le slot machine – che, nelle sale giochi, sono spesso poste in disparte, ma anche alle scommesse sportive e ai gratta e vinci. Dall’indagine è quindi venuto fuori che, mentre la percentuale dei giovani giocatori problematici è aumentata di un punto percentuale in pochi anni, passando dal 3% del 2018, al 4% di oggi, quella dei giocatori giovani a rischio è quasi raddoppiata. Si è passati dal 3,2 al 5,9% nello stesso arco temporale.
Cos’è la dipendenza da gioco d’azzardo
Riconosciuta nel 2013 dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) come una dipendenza comportamentale, la dipendenza da gioco d’azzardo può essere equiparata a quella da sostanze. Prevede la scommessa di denaro o altri beni di valore su un evento incerto, con l’intento di vincere ulteriori somme di denaro o premi. La caratteristica principale del gioco d’azzardo è che il risultato dell’evento è determinato sostanzialmente dal caso o dalla fortuna, non ha nulla a che vedere con l’abilità del giocatore. Purtroppo, è anche questo aspetto, misto alla possibilità di un facile guadagno, che esercita così tanto fascino sulle persone. E i ragazzini non sono da meno.
Mancanza di controlli
Tornando all’indagine, un altro dato emerso riguarda l’importante mancanza di controlli. A quanto dichiarato dal 40% degli intervistati, nelle sale giochi non viene chiesto loro un documento di identità per verificare l’età, né vengono messe in atto altre pratiche di verifica. Ciò sia nelle sale gioco che nei bar e nelle tabaccherie. Ricordiamo, infatti, che il gioco d’azzardo è vietato, per legge, ai minori. E’ rara la percentuale delle volte in cui è stato chiesto un documento, lo afferma il 40% degli intervistati. E ancora più raro il caso in cui i controlli si siano verificati spesso. La situazione diventa ancora più fuori controllo se si parla di gioco d’azzardo online.
Il progetto di prevenzione nelle scuole “Io non mi gioco”
Cosa si può fare, allora, per evitare che sempre più giovani cadano in questa dipendenza? Oltre le famiglie, un ruolo importante lo svolge la scuola. E lo fa grazie ad una serie di progetti volti a combattere le ludopatie. “Io non mi gioco”, ad esempio, destinato alle scuole secondarie di secondo grado, è quello lanciato in Veneto dal Servizio territoriale per le dipendenze dell’Unità Sanitaria 8. L’iniziativa comprende azioni di prevenzione e sensibilizzazione per aumentare la consapevolezza sui rischi del gioco d’azzardo nella popolazione generale, e offre servizi di trattamento per chi manifesta comportamenti problematici o ha sviluppato una dipendenza. Nel caso della scuola, coinvolge tutte le parti che vi operano. Non solo gli studenti, quindi, ma anche dirigenti scolastici, docenti, genitori, personale ATA ed esperti esterni.
Un cenno merita il modulo “Hazzard”, che ha come tema l’educazione digitale e come scopo quello di rendere gli studenti più consapevoli dei rischi legati al gioco d’azzardo online e alla dipendenza da internet in generale. Si tratta di un modulo rivolto a tutte le classi che prevede interventi della durata di 4 ore che si concludono con un incontro aperto a genitori ed insegnanti.
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