Al blog di Beppe Grillo è stata affidata una nuova proposta del fondatore del Movimento 5 stelle, quella di estendere il diritto di voto ai 16enni. Questa possibilità è già in vigore in numerosi Stati del mondo, e secondo il comico e politico italiano è ora che venga accolta anche nella nostra penisola. Attualmente, lo ricordiamo, hanno diritto di voto i giovani che abbiano compiuto la maggiore età, sia per quanto riguarda le elezioni dei rappresentanti della Camera che, per la prima volta, anche per chi voti per il Senato.
Diritto di voto ai 16enni, la proposta di Grillo
A poche settimane dalle prossime elezioni politiche, Grillo lancia quella che non sembra essere una novità dato che, così come dichiarato dallo stesso, il M5S porta avanti da anni questa battaglia. Tanto da averla votata nel lontano 2013 nella riforma della legge elettorale europea e tanto da avere presentato una mozione di riforma costituzionale e istituzionale in Parlamento affinché potesse vedere la luce.
A 16 anni i ragazzi possono lavorare, hanno il dovere di pagare le tasse ma non hanno ancora maturato il diritto di voto, e questo secondo Grillo non è giusto in quanto non possono esprimere la propria preferenza su quello che sarà il Governo che guiderà il paese nel quale vivono, e che determinerà per forza di cose il loro futuro.
Alla plausibile obiezione sulla presunta immaturità dei 16enni, Grillo risponde:
“Se un sedicenne è “immaturo” come giudicare maturi o saggi coloro che investono in armi, distruggono l’ambiente, scatenano le guerre, che gli sottraggono il diritto alla pensione e al lavoro? Se un 16enne non può prendere una decisione per il proprio futuro, perché può farlo chi questo futuro non lo vedrà?“
Diritto di voto ai 16enni, cosa ne pensano i giovani
Se la proposta di Grillo è piuttosto chiara, cosa ne pensano in proposito i giovani chiamati in causa? Ebbene, contrariamente a quanto si possa pensare, non tutti sarebbero d’accordo. Almeno prendendo in esame i dati del 10° Rapporto di ricerca realizzato da “Generazione Proteo”. In base a questi, solo 1 giovane italiano su 3 di età compresa tra i 16 e i 17 anni vorrebbe potere esercitare il diritto di voto. Per poter attuare tale riforma, della quale attualmente non si parla, si dovrebbe plausibilmente cambiare quanto previsto nella Costituzione Italiana o abbassare la maggiore età.
La Costituzione parla chiaro, e vede riconosciuto il diritto di voto a “tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età” (senza specificare un numero ma che, in base alla Legge n. 39 del 1975, equivale ai 18 anni).
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