In occasione della presentazione della ricerca “Situazione contributiva e futuro pensionistico dei giovani” del Consiglio Nazionale dei Giovani assieme a EU.R.E.S., la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani, ha sottolineato come il crescente aumento di lavori precari e interruzioni nel percorso lavorativo, accompagnato da salari modesti e mancanza di sicurezze sociali, stia colpendo soprattutto i giovani e le donne. Questo fenomeno sta rendendo più difficile per loro entrare nel mercato del lavoro, mantenere contratti stabili e ottenere livelli salariali adeguati. Per questo, ha sottolineato la necessità di un dibattito approfondito sulle questioni previdenziali, affinché si tenga conto anche delle esigenze delle giovani generazioni.
Età pensionabile a 71 anni
Secondo l’analisi, la combinazione di lavori discontinui e bassi salari per under 35 porterà a pensionamenti solo per vecchiaia, con importi simili all’assegno sociale, un panorama socialmente insostenibile. Le previsioni mostrano che se si lavorasse fino al 2057, le pensioni mensili nette per dipendenti e lavoratori autonomi sarebbero rispettivamente di 1.099 e 1.128 euro, 3,1 e 3,3 volte l’assegno sociale.
Alessandro Fortuna, Consigliere di Presidenza per politiche occupazionali e previdenziali, ha sottolineato come il sistema pensionistico attuale accentui le disuguaglianze, penalizzando chi ha redditi bassi, prolungando la permanenza nel lavoro di chi guadagna meno. L’Italia registra una spesa pensionistica del 17,6% del PIL nel 2020, secondo Eurostat, il 13,6% più della media dell’UE27. Allo stesso tempo segue la tendenza OCSE di prolungare la vita lavorativa. Il risultato? Giovani entrati nel mondo del lavoro nel 2020 che raggiungeranno l’età pensionabile a 71 anni.
Si auspica l’introduzione della pensione di garanzia
A venire al pettine è anche la questione “disparità salariali“. La Presidente Pisani ha evidenziato quello esistente tra giovani e adulti: nel 2021, gli under 25 hanno guadagnato il 40% della retribuzione media complessiva. Quelli tra 25 e 34 anni, il 78. Ha inoltre sottolineato come il sistema pensionistico contributivo sia sostenibile solo in un mercato stabile con crescita salariale. Aspetto, questo, contrastato però dai dati del 2021: oltre il 25% degli under 35 ha guadagnato meno di €5.000/anno e la quota di contratti a tempo indeterminato è diminuita dal 70,3% al 60,1% (2011-2021), mentre i contratti atipici sono cresciuti dal 29,6% al 39,8%.
Alla luce di quanto emerso, il Consiglio Nazionale dei Giovani, attraverso Fortuna, richiede l’implementazione di una pensione di garanzia per i giovani, che affronti la formazione, l’instabilità lavorativa e i bassi salari. Questi interventi dovrebbero essere affiancati da cambiamenti strutturali nel mercato del lavoro per prevenire la povertà generazionale e garantire la sostenibilità del sistema pensionistico. Pisani sottolinea che questa tendenza minaccia la competitività e il futuro benessere del paese, e caldeggia la necessità di un dibattito nazionale inclusivo e aperto sulle pensioni per garantire la giustizia intergenerazionale e la stabilità del sistema sociale.
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