La dispersione scolastica rappresenta una delle sfide più critiche per i sistemi educativi europei. Il fenomeno degli studenti “permanentemente assenti” è particolarmente allarmante in alcune regioni italiane, dove le percentuali superano significativamente la media europea. Questa problematica si intreccia con l’aumento dei NEET e la carenza di figure specializzate nel mercato del lavoro, compromettendo lo sviluppo socioeconomico.
La situazione nelle isole italiane
Le isole maggiori italiane rappresentano un caso critico nel panorama europeo della dispersione scolastica. Mentre la media UE si attesta intorno al 9%, Sicilia e Sardegna registrano percentuali allarmanti, rispettivamente del 19,4% e circa 18%. Questo significa che quasi un giovane su cinque abbandona prematuramente gli studi. L’Italia, con una media nazionale del 10,5%, si posiziona al quinto posto tra i Paesi UE con i livelli più alti, preceduta solo da Romania, Spagna, Germania e Ungheria.
Fattori che contribuiscono all’abbandono
L’elevato tasso di dispersione scolastica in Sicilia e Sardegna è influenzato da diversi fattori interconnessi. Il contesto socio-economico gioca un ruolo determinante: la precarietà economica familiare spesso costringe i giovani ad abbandonare gli studi per cercare lavoro, contribuendo al sostentamento domestico. Questa situazione alimenta il fenomeno dei NEET, giovani sotto i 35 anni non impiegati né coinvolti in percorsi formativi.
Le carenze infrastrutturali rappresentano un’altra barriera significativa, specialmente nelle aree rurali e isolate dove l’accessibilità alle istituzioni scolastiche è compromessa dalla mancanza di trasporti adeguati e servizi di supporto. I lunghi spostamenti quotidiani diventano un ostacolo insormontabile per molti studenti.
Non meno importante è l’aspetto motivazionale: la percezione di scarse prospettive future, unita all’assenza di modelli positivi di riferimento nel contesto sociale immediato, riduce l’impegno scolastico e alimenta il disinteresse verso l’istruzione.
Interventi e prospettive future
La Strategia 2030 dell’Unione Europea ha posto come obiettivo primario la riduzione del tasso di abbandono scolastico al 9% in tutto il territorio comunitario. Questo target risulta particolarmente ambizioso per le isole italiane, che dovranno dimezzare i loro valori attuali. Il divario tra le regioni italiane evidenzia la necessità di piani d’azione differenziati: mentre il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia vantano tassi inferiori al 5%, Sicilia e Sardegna necessitano di interventi strutturali più intensivi. Le future politiche educative dovranno affrontare non solo gli aspetti scolastici, ma integrare misure socio-economiche per creare un ecosistema favorevole alla permanenza dei giovani nel sistema formativo, riconoscendo le specificità territoriali come fattore determinante per il successo degli interventi.