OSCAR: I PREMI CLAMOROSAMENTE SBAGLIATI. L’abbiamo detto e lo ripetiamo: una delle attività preferite su Internet, subito dopo la critica selvaggia all'allenatore della nazionale di calcio, è di sicuro quella per cui tutti si improvvisano critici cinematografici e, in particolar modo, esperti di Oscar. A tutti, davvero a tutti, piace sentenziare in merito sulle decisioni prese dai membri dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences. C'è da dire che, in effetti, a volte i risultati finali della cerimonia lasciano più che sbigottiti. Facile allora immergersi in teorie del complotto, immaginando congiure dei produttori tese a mantenere uno status quo nel quale vengono celebrati sempre gli stessi nomi e inclusi un po' alla volta solo gli iniziati che si rivelano degni e fedeli.
Se pensate che Alfred Hitchcock è stato nominato cinque volte come miglior regista senza mai portarsi a casa la statuetta, e che Stanley Kubrick ha vinto solo un Oscar per gli effetti speciali di 2001 Odissea nello spazio, in fondo potete capire che non bisogna dare troppo peso alle valutazioni dell'Academy e ai giochi di potere interni all'associazione.
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FILM DA OSCAR: I VINCITORI INSASPETTATI. Eppure ci piace coltivare la nostra vena polemica e abbiamo deciso di stilare una lista dei premi più clamorosamente sbagliati dati ai film degli ultimi 20 anni. È singolare, ma sembra proprio che ultimamente gli Oscar facciano cilecca molto più frequentemente che in passato.
- Il paziente inglese (1997): non abbiamo davvero nulla contro questo melodramma esotico e nostalgico, che è davvero molto curato ma alquanto vuoto. Non si può dire che si tratti di un brutto film, in questo caso è una questione di gusti, ma davvero è difficile considerare un prodotto medio del genere come un'eccellenza.
- Shakespeare in Love (1999): in un anno in cui erano in gara due colossi come La sottile linea rossa e Salvate il soldato Ryan vedemmo trionfare questo drammetto romantico e ironico sulla storia segreta e del tutto inventata dietro alla scrittura di Romeo e Giulietta. Davvero si può far vincere un film in cui Joseph Fiennes e Gwyneth Paltrow latrano dall'inizio alla fine?
- Crash (2006): ecco il classico film che Hollywood decide di premiare per lavarsi la coscienza a scapito dell'effettiva qualità. In questo iper-dramma corale intrecciato sembra che i personaggi non possano muovere un passo senza incappare in qualche gesto razzista o violento. Il regista Paul Haggis sarà anche volenteroso, ma qui incappa spesso nel ridicolo involontario.
- Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re (2004): vediamo di mettere le cose in chiaro fin da subito. Non abbiamo nulla contro la trilogia di Peter Jackson, per quanto il franchise abbia provocato danni enormi al genere fantasy. Rimane però incontestabile il fatto che l'Oscar alla parte finale pare essere un riconoscimento sbagliato all'intera operazione – indubbiamente meritevole dal punto di vista della produzione mastodontica – essendo questo il film più sfilacciato e meno risolto dei tre.
- Il discorso del re (2011): Il cigno nero, Inception, The Social Network, Toy Story 3 e persino 127 ore. Tutti titoli molto più impressioni di questo film che, scene di massa a parte, potrebbe essere una di quelle pellicole storiche proiettate durante la domenica pomeriggio di Rete 4. Non vogliamo essere cattivi, perché in fondo i protagonisti sono bravi e la storia godibili, ma stiamo parlando di un prodotto medio da 6+ di incoraggiamento.
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