Sono i fratelli più conosciuti del panorama musicale italiano, hanno incantato le platee con la romantica “L’Amore”, ci hanno tenuto compagnia con la loro “Love show” durante tutta l’estate, ora strizzano l’occhio ai Coldplay con un pezzo molto british, “Salvami”, terzo estratto dal fortunatissimo album “Liberi da sempre”. Definire i Sonohra una promessa del pop/rock nostrano è ormai riduttivo: la loro carriera è fortemente in ascesa, il successo travolgente del singolo sanremese e dell’album d’esordio, già Disco d’Oro, li ha proiettati di diritto tra le più interessanti “new things” del 2008.
Per Luca e Diego Faianello, due ragazzi veronesi rispettivamente di ventisei e ventidue anni, il trionfo nella Sezione Giovani all’ultimo Festival di Sanremo è stato il coronamento di una lunga gavetta, che li ha visti tentare diverse strade. Sonohra è il terzo progetto artistico dei Faianello, che avevano iniziato la loro carriera con il nome di Domino, per poi passare a quello di 2tto. La scelta è caduta infine su un nome esotico, che contiene in sé diversi significati: dal deserto che confina con lo stato della California, al concetto della musica senza discriminazioni, sino alla sua pronuncia rapida che lo muta nella parola “Suono ora”. Le loro doti cantautoriali li hanno portati a una perfetta fusione tra le dolci inclinazioni della lingua italiana e melodie notevolmente influenzate dal britpop.
La passione per la musica l’avete nel sangue, essendo stata vostra madre una cantante. Come è nata l’idea di formare un gruppo?
“L’idea di dare vita ad un progetto musicale tutto nostro è nata in modo naturale. La “spinta iniziale” è arrivata dopo numerose serate trascorse in alcuni karaoke della nostra città. Successivamente abbiamo iniziato a suonare vari strumenti, primo fra tutti la chitarra, e dopo un periodo di “training” abbiamo deciso di proporci per suonare nei pub”.
E il nome “Sonohra”? Cosa rappresenta per voi?
“Ci piace come suona il nome e a nostro parere è adatto a descrivere al meglio ciò che siamo e ciò che vuole essere la nostra musica. Inoltre ci siamo ispirati anche al famoso al deserto Sonora, che si trova al confine tra Usa e Messico”.
Tra i gruppi che hanno influenzato la vostra crescita musicale citate spesso band anglosassoni come i Coldplay o i Beatles ma anche da artisti americani, stile Bon Jovi o Brian Adams. Vi sentite più “british” o più “rocker”?
“Nel CD abbiamo mischiato volutamente questi due mondi, che a nostro parere non si escludono e che ci hanno influenzati entrambi in modi diversi e sotto aspetti differenti. Entrambi fanno parte di noi e sono la nostra fonte di ispirazione”.
Il successo di Sanremo vi ha catapultato in cima alle classifiche di vendita e di gradimento. Si può dire che “L’Amore” vi ha cambiato la vita?
“L’Amore” ci ha senza dubbio cambiato la vita e ci ha proiettati molto più in alto di quello che avevamo previsto prima della nostra vittoria a Sanremo”.
Tra le soddisfazioni di quest’anno non solo la vittoria a Sanremo Giovani ma anche il Best New Artist agli ultimi TRL Awards, segno che i fan dei Sonohra si stanno moltiplicando a vista d’occhio.
“Tutto questo ci fa molto piacere e ci lusinga, soprattutto il fatto che ogni volta che dobbiamo fare un’esibizione, ci sono sempre un gran numero di fan che si presentano anche 5-6 ore prima che il nostro concerto abbia inizio. Queste dimostrazioni d’affetto ci riempiono di gioia e sono il “motore” che ci spinge a continuare a dare il meglio di noi per tutti coloro che ci hanno dato fiducia e che ci sostengono sin dal primo giorno”.
Che effetto fa ora essere gli idoli di migliaia di ragazze, innamorate della vostra musica ma anche del vostro look?
“La cosa ci lusinga e ci imbarazza un po’, però è sempre un piacere essere apprezzati sotto più aspetti, anche se un complimento rivolto alla nostra musica ha per noi più peso rispetto ad un apprezzamento riguardante il nostro aspetto fisico o il nostro stile”.
Parlateci del vostro album “Liberi da sempre”, già disco d’oro. Per chi ancora non ha avuto modo di ascoltare il cd, quali emozioni avete cercato di trasmettere nelle vostre canzoni?
“In “Liberi Da Sempre” abbiamo cercato di raccontare noi stessi e le nostre emozioni cercando di non cadere mai nella banalità. L’amore è sicuramente il tema portante dei nostri brani, ma ascoltando il disco si può notare che gli argomenti trattati nei nostri brani spaziano dell’ecologia, come ad esempio in “English Dance”, alla sensibilizzazione verso le morti sulle strade, come nel brano “Salvami” dedicato ad un nostro caro amico che ha perso la vita proprio in un incidente stradale”.
Un artista (o un gruppo) italiano e uno straniero con il quale vi piacerebbe collaborare?
“Sicuramente gli U2. Ci piace il sound che caratterizza le loro canzoni, è unico e intramontabile”.
Cosa c’è oggi nel vostro iPod?
“Di tutto, visto che amiamo la musica in generale e non c’è niente che non ci piaccia. Naturalmente nella playlist degli artisti preferiti non possono mancare quelli già citati e dai quali prendiamo spunti per la nostra musica (U2, Bon Jovi, Coldplay, ecc)”.
Cosa consigliate infine ai tanti ragazzi che vorrebbero sfondare nel mondo della musica?
“Sembra scontato ma è fondamentale non mollare mai e non lasciarsi scoraggiare di fronte ad un “no”. Si sa quanto sia difficile riuscire a realizzare grandi sogni come quello di poter fare della musica una vera e propria professione, ma solo chi ci crede fino in fondo e non si perde d’animo arriva alla meta. Un’altra cosa importantissima è non lasciarsi influenzare da niente e da nessuno, bisogna cercare di rimanere sempre se stessi e presentare la propria musica per quella che è”.
Simone Gambino