Il terzo volume della collana dedicata ai supereroi (288 pp., brossurato, a colori, € 9,99) presenta ai lettori due delle saghe più recenti della vita editoriale dell’Uomo Ragno: La guerra a casa e Back in black, originariamente pubblicati su Amazing Spider-Man 532-543 (in Italia sul quindicinale dell’uomo Ragno nei numeri 458-459, 461, 465-467, 470-471, 484-486, editi da Panini Comics).
La guerra a casa racconta come vivono e reagiscono il nostro eroe e le sue due donne della vita (Mary Jane e zia May) ai fatti di Civil War (di cui potete leggere qui la recensione). Grazie agli avvenimenti degli ultimi mesi (ricordiamo infatti che la famiglia Parker sta vivendo all’interno della Stark Tower, base dei Nuovi Vendicatori, dopo che la loro casa è andata distrutta), Peter si sente in debito nei confronti di Tony Stark (alias Iron Man), perciò inizialmente appoggia l’idea di quest’ultimo, favorevole all’Atto di Registrazione dei supereroi. La prima e fondamentale conseguenza di questo gesto è che l’Uomo Ragno si smaschera in diretta tv, mostrando al mondo intero la sua vera identità, per dimostrare agli eroi ribelli che ci si può fidare di questa legge governativa. In una seconda fase, abbiamo un’inversione di tendenza: Peter capisce che è Capitan america, leader dei supereroi contrari all’Atto, ad essere portatore delle ideologie nelle quali meglio si rispecchia la sua indole, ed in questo modo taglia tutti ponti ed i legami costruiti con l’ormai ex capo Tony Stark. Il nostro eroe, in compagnia della moglie e della zia, è così costretto a fuggire, abbandonando il loro comodo alloggio e trasferendosi in uno squallido motel sotto falso nome.
Il cambio di titolo non si riflette in un vero e proprio stacco tra le due storie di questo volume. Back in black inizia infatti come naturale proseguimento dei fatti appena narrati e valuta le prime ed immediate conseguenze della pubblica rivelazione che Peter Parker e l’Uomo Ragno sono la stessa persona. Un sicario viene mandato dall’ex re del crimine, Kingpin, ad uccidere la famiglia del suo vecchio nemico: il colpo raggiunge zia May, che cade svenuta. Ha così inizio di Back in black, breve evento che qui ci viene presentato seguendo solo la serie Amazing Spider-Man, ma che ha coinvolto anche le altre serie ragnesche statunitensi (Friendly Neighborhood Spider-Man e Sensational Spider-Man). Il Peter che ci viene presentato in queste pagine è sconvolto da quanto appena successo all’amata zia, e decide di farla pagare al mandante dell’omicidio.
“Un’anima oscura. Un cuore oscuro. Un’ultima sfida in nero” è la frase che capeggia in quarta di copertina sullo sfondo di un Uomo Ragno con il costume nero che si allontana abbandonando il classico rosso-blu. L’ultima sfida è quella di Peter Parker, che fattosi più cupo, violento e determinato cerca di fare giustizia (o meglio: cerca vendetta) a tutti i costi: una sorta de Il fine giustifica i mezzi machiavellico. Ma è anche l’ultima sfida di uno dei più innovativi e controversi scrittori all’opera su Spider-Man negli ultimi anni: JMS, ossia Joseph Michael Straczynski. Durante la sua lunga gestione del Ragno (ben 70 numeri di Amazing Spider-Man, dal 471 al 545) ha fatto schizzare nuovamente al top delle classifiche di vendita statunitensi la storica testata ragnesca., con trame e caratterizzazioni che saranno sicuramente ricordate (nel bene e nel male) per i prossimi anni. In questo volume viene presentato il suo canto del cigno; la saga che segue direttamente questo ciclo di avventure (One more day) è infatti nata da una sua idea, anche se è stata poi sviluppata nel suo complesso da Joe Quesada (ci occuperemo di questa avventura nel prossimo volume della collana della Gazzetta / Corriere della Sera).
Straczynski, o Stracchino come è stato soprannominato dai fans italiani, è stato amato ed osannato da alcuni, mentre quasi totalmente bocciato da altri, reo di avere rivoluzionato a tal punto il mondo dell’Arrampicamuri da averlo reso irriconoscibile. Al di là dei giudizi, un merito è sicuramente da riconoscergli: è riuscito a riportare sotto le luci dei riflettori Peter Parker, dopo diversi anni in cui era finito in un circolo vizioso di oblio editoriale, a causa di cambiamenti a volte troppo repentini dei team creativi, o di trame che non sono state all’altezza dei lettori di lungo corso. Non dimentichiami altresì di un altro importantissimo fatto: per numerosi albi è stato accompagnato ai disegni da un maestro del calibro di John Romita Jr, forse ai suoi massimi livelli di qualità grafica.
Dal punto di vista grafico, le matite di questo volume sono affidate ad un ottimo Ron Garney (con chine di Bill Reinhold e colori di Matt Milla), che dopo diversi alti e bassi nel corso della sua carriera, sembra finalmente aver raggiunto uno stile personale molto apprezzabile e realistico.
Dopo i volumi dedicati a Civil War e La morte di Capitan America (potete leggere qui la recensione di quest’ultimo), la Panini sforna un terzo volume ad essi collegato, continuando a presentarci le colonne portanti dell’attuale universo Marvel ed il meglio della produzione supereroistica del 2006-2008. Ancora un plauso quindi per la scelta delle storie e per gli articoli interni di presentazione, che riescono sicuramente a coinvolgere e a far comprendere l’intera vicenda e lo status quo dei vari personaggi anche ai lettori occasionali di supereroi Marvel. Giudizio: buono.