Il docente di sostegno non specializzato crea un "danno irreparabile" al disabile: il Tribunale boccia il Ministero e lo sprona a specializzare i precari

Il docente di sostegno non specializzato crea un "danno irreparabile"

Danni irreparabili ai disabili: il Tribunale boccia il Ministero e lo sprona a specializzare i precari
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Una recente pronuncia del Tribunale di Roma ha posto l’accento su una criticità del sistema scolastico italiano: l’assegnazione di docenti non specializzati nel sostegno agli alunni con disabilità. Il caso specifico riguarda una bambina della scuola primaria, alla quale erano state assegnate 18 ore di sostegno sulle 22 richieste nel Piano educativo personalizzato (PEI).

Di queste ore, solo 13 venivano svolte da un’insegnante con specializzazione, mentre le restanti 5 erano affidate a personale non qualificato. Questa situazione, purtroppo comune nel panorama scolastico italiano, ha sollevato importanti questioni sulla qualità del supporto educativo offerto agli studenti con disabilità. La specializzazione nel sostegno rappresenta, infatti, un requisito fondamentale per garantire un percorso formativo efficace e personalizzato, in grado di rispondere alle specifiche esigenze di ogni alunno.

Dettagli della sentenza

Il Tribunale di Roma ha emesso una sentenza significativa riguardo l’assegnazione di docenti non specializzati nel sostegno, definendola una forma di discriminazione capace di provocare danni irreparabili nel percorso formativo degli studenti con disabilità.

La First (Federazione italiana rete sostegno e tutela) ha evidenziato come questa situazione abbia compromesso la qualità del supporto educativo necessario. La sentenza ha quindi imposto al Ministero e all’Ufficio scolastico di garantire all’alunna un docente specializzato per l’intero monte ore previsto dal PEI.

La Federazione ha inoltre sottolineato l’importanza di stabilire un principio fondamentale: nessun docente privo di specializzazione dovrebbe essere autorizzato a sostituire un insegnante di sostegno qualificato.

Implicazioni e reazioni

La sentenza del Tribunale ha portato a immediate conseguenze operative, con il Ministero e l’Ufficio scolastico costretti a riassegnare un docente specializzato per coprire tutte le ore previste dal PEI dell’alunna. Questa decisione, seppur significativa per il caso specifico, ha evidenziato le criticità sistemiche del settore.

I docenti già specializzati attraverso il TFA hanno sollevato forti perplessità sui nuovi corsi affidati all’INDIRE, evidenziando una sostanziale disparità formativa tra i percorsi tradizionali e quelli online. Le preoccupazioni si concentrano particolarmente sulla qualità della formazione erogata in modalità telematica, ritenuta insufficiente per garantire una preparazione adeguata nel delicato ambito del sostegno.

La situazione si complica ulteriormente considerando i ritardi nell’avvio dei corsi specializzanti, che rischiano di non concludersi in tempo per l’inizio del prossimo anno scolastico, perpetuando così le criticità esistenti nel sistema.

Prospettive future

Il Ministero dell’Istruzione ha avviato un ambizioso piano di formazione attraverso i corsi specializzanti INDIRE, destinati a circa 80 mila precari con almeno tre anni di servizio. Nonostante le buone intenzioni, emergono criticità significative nei tempi di realizzazione e nell’organizzazione pratica dei percorsi formativi.

 

Foto copertina via Tecnica della Scuola

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