Docenti di sostegno confermati da famiglie, Gilda: abolire provvedimento, petizione a 5mila firme

Docenti di sostegno confermati da famiglie, Gilda: abolire provvedimento

Il recente decreto ministeriale ha introdotto la possibilità per le famiglie di mantenere lo stesso docente di sostegno per l'anno scolastico successivo.
Docenti di sostegno confermati da famiglie, Gilda: abolire provvedimento

Il recente decreto ministeriale attuativo n. 32 del 26 febbraio 2025 ha introdotto la possibilità per le famiglie di mantenere lo stesso docente di sostegno per l’anno scolastico successivo, scatenando un acceso dibattito nel mondo della scuola. La misura, che secondo alcuni rappresenterebbe un’estensione della controversa chiamata diretta introdotta con la legge 107 del 2015, ha immediatamente sollevato perplessità tra diverse organizzazioni sindacali, in particolare la Gilda degli Insegnanti.

Il sindacato ha lanciato una petizione per chiedere l’abolizione del provvedimento, raccogliendo in poco tempo oltre 5mila firme, segnale di un malcontento diffuso tra gli insegnanti italiani riguardo a questa nuova disposizione ministeriale.

Presentazione del provvedimento

Il decreto ministeriale attuativo n. 32 del 26 febbraio 2025 introduce la possibilità per le famiglie di confermare lo stesso docente di sostegno per l’anno scolastico successivo. Questa misura si collega alla chiamata diretta stabilita dalla legge 107 del 2015, meccanismo che permette una selezione più diretta del personale docente nelle istituzioni scolastiche.

La petizione e le opinioni della Gilda

“La Scuola non deve somigliare a un supermarket in cui la clientela sceglie ed elimina i servizi a proprio piacimento” afferma Vito Carlo Castellana, coordinatore nazionale della Gilda. La petizione, che ha superato 5mila firme, evidenzia come i docenti concordino sulla necessità di abolire un provvedimento che aumenterebbe burocrazia e clientelismo.

Impatti sul sistema di sostegno

Secondo la Gilda degli Insegnanti, il nuovo provvedimento non risolverebbe il problema della continuità didattica ma rischierebbe di peggiorarlo. Castellana evidenzia come questa misura possa portare a un incremento della burocrazia scolastica, già particolarmente gravosa per il personale docente.

Un ulteriore rischio riguarda il potenziale clientelismo che potrebbe instaurarsi nelle relazioni tra famiglie e istituti scolastici, alterando il principio di equità educativa. Non meno preoccupante è la previsione di numerosi contenziosi legali che genererebbero un significativo danno economico per l’amministrazione scolastica.

La questione centrale resta l’elevato numero di cattedre di sostegno attualmente gestite in regime di deroga, situazione che rappresenta il vero ostacolo strutturale alla continuità didattica per gli studenti con disabilità.

Proposte alternative e prospettive future

La Gilda propone una soluzione concreta al problema della continuità didattica: trasformare i numerosi posti di sostegno in deroga in organico di diritto. “Basterebbe trasformare questi posti in organico di diritto e assumere gli stessi”, afferma Castellana, evidenziando come questa strategia potrebbe risolvere il problema alla radice.

L’assunzione a tempo indeterminato dei docenti di sostegno rappresenterebbe una svolta significativa, garantendo agli studenti con disabilità una continuità educativa autentica e non imposta da meccanismi amministrativi discutibili. Il sindacato sottolinea l’importanza di ripensare l’intero sistema per fare in modo che “la Scuola torni a rappresentare un centro di eccellenza” dove i docenti di sostegno possano lavorare stabilmente, costruendo percorsi educativi duraturi che “facciano davvero la differenza nella vita degli studenti” con bisogni speciali.

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