Solo il 48,5% sono donne e la soddisfazione per le borse di ricerca è in calo al 40,7%.
Secondo il IX Rapporto AlmaLaurea 2024, presentato all’Università di Macerata, i dottorati non sono più appannaggio esclusivo dei neolaureati. Al contrario, molti “over 30” scelgono di tornare in formazione, spesso con l’obiettivo di acquisire competenze utili in ambiti extra-accademici. Per questo l’età media dei dottorandi in Italia è di 32,4 anni, un dato che evidenzia una tendenza crescente a intraprendere questo percorso anche in età più avanzata.
Marina Timoteo, direttrice del Consorzio AlmaLaurea, ha dichiarato: “osserviamo anche l’iscrizione al dottorato come rientro in formazione di una popolazione più adulta, maggiormente orientata verso l’ambito extra accademico”. Questo dato sottolinea il ruolo strategico del dottorato di ricerca, non solo per il progresso accademico ma anche come risorsa chiave per l’economia e la società della conoscenza.
La distribuzione per fasce d’età e aree disciplinari è altrettanto indicativa: mentre le scienze di base e l’ingegneria attraggono prevalentemente gli under 29, settori come le scienze economiche, giuridiche, sociali e umane registrano una presenza maggiore di studenti più maturi. I dottori di ricerca, però, rappresentano ancora una percentuale molto bassa della popolazione attiva, pari allo 0,6%, nonostante una leggera ripresa negli ultimi anni.
Disparità di genere e insoddisfazione economica
Il divario di genere rimane un problema persistente nel mondo del dottorato. Nel 2023, solo il 48,5% dei dottorati è stato conseguito da donne, una percentuale nettamente inferiore rispetto al 60,2% che rappresenta le laureate. Questa differenza si riflette anche sul piano retributivo, dove gli uomini percepiscono mediamente stipendi più alti dell’8,3% rispetto alle loro colleghe (1.980 euro contro 1.828 euro). Il divario è più marcato nei settori dell’ingegneria, dove raggiunge un picco del 20,4%, mentre è più contenuto (+2,7%) nelle scienze umane.
Un altro dato preoccupante riguarda la soddisfazione per le borse di dottorato. Solo il 40,7% dei dottorandi ritiene adeguato il finanziamento ricevuto, con una flessione significativa di 9,6 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Questa insoddisfazione crescente potrebbe rappresentare un ostacolo per il reclutamento di nuovi talenti e per la valorizzazione di percorsi di alta formazione.
Verso un futuro più inclusivo ed equo?
Il rapporto AlmaLaurea offre uno spunto di riflessione su come migliorare il sistema dei dottorati in Italia, a partire dal superamento delle disparità di genere e dalla necessità di politiche più incisive per rendere il percorso economicamente più appetibile. La crescente partecipazione di persone oltre i 30 anni rappresenta un’opportunità per valorizzare il contributo del dottorato al mondo professionale, ma resta fondamentale garantire condizioni adeguate e incentivi per chi sceglie questa strada.
L’auspicio è che, attraverso interventi mirati, il dottorato di ricerca possa consolidarsi come un ponte tra accademia e mondo del lavoro, contribuendo a costruire una società basata sulla conoscenza e sull’innovazione, in grado di offrire pari opportunità a tutti.