Diagnosi e certificazione DSA: l’iter
Quando si riscontrano nei bambini dei sintomi di DSA, è necessario l’intervento da parte di scuola, genitori ed esperti che dovranno sottoporre il bambino ad un test per verificare se si è in presenza, o meno, di DSA. I test neuropsicologici hanno il compito di verificare che a livello sensoriale il bambino segua correttamente gli stimoli. E’ necessario capire se le difficoltà sono dovute a un disturbo neurobiologico o a un malfunzionamento dei sensi. Il neuropsichiatra indaga quindi la vista, l’udito e le capacità motorie tramite prove molto semplici. Bisogna capire se ci sono deficit sensoriali che possono essere causa di difficoltà. Più che un test vero e proprio potremmo definirlo come una visita con alcune prove. Se il test darà esito positivo, si dovrà procedere con la diagnosi.
DSA: la diagnosi
I test vanno effettuati quando si presentano i primi campanelli d’allarme, la diagnosi, che parte da una richiesta dei genitori, dovrebbe essere fatta nei primi anni di scuola: dai 7 anni di età per dislessia, disgrafia e disortografia, dagli 8 anni per la discalculia. Si può anche diagnosticare il disturbo negli anni seguenti, ma è preferibile intervenire prima.
DSA: la certificazione
In tutte le regioni le diagnosi delle ASL hanno valore di certificazione. Si possono, però, verificare casi in cui quando ci si trova difronte a DSA, non ci si rivolga all’ASL ma le diagnosi o le certificazioni vengono fatte da studi privati e viene effettuata una diagnosi neuropsicologica. Che si vada all’ASL o presso uno studio privato, ci si deve accertare che l’eventuale diagnosi o certificazione siano riconosciute. Vi sono due tipi di diagnosi: nosografica e funzionale; la prima è il percorso che conduce all’identificazione di un disturbo e, in base a quanto espresso nella Consensus Conference del 2007, si distingue in due fasi; la seconda è un passo indispensabile per la presa in carico del soggetto per un intervento abilitativo.