L’aumento delle certificazioni solleva interrogativi. Per Daniele Novara “i numeri sono 4-5 volte superiori alle previsioni mediche”
Negli ultimi dieci anni, il numero di studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) ha registrato un incremento significativo nelle scuole italiane, portando a numerose riflessioni sulle cause e sulle conseguenze di questo aumento. Secondo un rapporto del Ministero dell’Istruzione e del Merito, le certificazioni di DSA sono cresciute in modo consistente, sollevando qualche dubbio sulla reale incidenza di questi disturbi nella popolazione studentesca.
Differenze territoriali e pressione diagnostica
A differenza delle certificazioni di disabilità rilasciate secondo la Legge 104/1992, che risultano più omogenee sul territorio nazionale, le diagnosi di DSA mostrano una distribuzione geografica disomogenea. Il Nord Italia registra le percentuali più elevate, con la Valle d’Aosta e la Liguria rispettivamente all’8,4% e all’8,3%; al Centro, regioni come la Toscana e il Lazio presentano percentuali vicine al 7%, mentre nel Sud Italia i dati sono molto più bassi, con la Calabria all’1,6% e la Campania all’1,8%.
Secondo Daniele Novara, pedagogista ed esperto di educazione, questo aumento potrebbe essere legato a un fenomeno di eccesso diagnostico. “I disturbi specifici di apprendimento sono deficit neurofisiologici che al massimo arrivano a colpire l’1,5-3% dei bimbi, mentre i dati scolastici italiani sono 4-5 volte superiori alle previsioni mediche e in aumento; si può arrivare a un 10% di dislessici, ovvero 2 bambini in una classe di 20 alunni”. Novara sottolinea che spesso le famiglie e le scuole spingono per ottenere una certificazione, poiché questa garantisce l’accesso al Piano Didattico Personalizzato (PDP), facilitando il percorso scolastico dello studente.
L’influenza della legge 170 e il boom delle certificazioni
L’attenzione verso i DSA è cresciuta in modo esponenziale con l’introduzione della Legge 170 del 2010, che ha riconosciuto ufficialmente dislessia, disortografia, discalculia e disgrafia come disturbi specifici dell’apprendimento. A partire dal 2012, inoltre, la scuola ha formalizzato la possibilità di adottare Piani Didattici Personalizzati per studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES).
L’aumento delle certificazioni è stato particolarmente evidente nella scuola secondaria di secondo grado, dove il numero di studenti diagnosticati è cresciuto sensibilmente, con percentuali che superano addirittura il 200% per certi disturbi.
La diagnosi di DSA viene effettuata da un’equipe multidisciplinare composta da neuropsichiatri, neuropsicologi e logopedisti, utilizzando test di screening standardizzati. Sebbene la diagnosi possa avvenire già nella scuola primaria, in molti casi viene confermata solo in età adolescenziale, contribuendo a una crescita significativa dei numeri nelle scuole superiori.
Le possibili cause dell’aumento
Gli esperti individuano diverse ragioni dietro l’aumento delle diagnosi di DSA. Tra queste, vi è una crescente pressione sociale e scolastica che impone standard elevati di prestazione agli studenti, mettendo in difficoltà chi fatica a tenere il passo. Un altro fattore considerato è l’uso eccessivo della tecnologia, che può influire negativamente sulla capacità di concentrazione e di apprendimento di bambini e adolescenti.
Inoltre, si legge sempre meno: la riduzione della lettura ad alta voce ai più piccoli comporta un impoverimento del linguaggio e una minore capacità di esposizione e comprensione del testo. “Il rischio – afferma Novara – è di essere in realtà di fronte a eccessi diagnostici, legati alla tendenza crescente di scuole e famiglie a scegliere la via dell’analisi della salute neuropsichiatrica del bambino, piuttosto che andare a indagarne la gestione educativa in famiglia e supportare quest’ultima in modo adeguato”.
L’aumento delle diagnosi di DSA è un fenomeno complesso che merita un’analisi approfondita. Se da un lato una maggiore consapevolezza ha portato all’identificazione di molti casi che in passato sarebbero rimasti sommersi, dall’altro la possibilità di un eccesso diagnostico pone interrogativi sul modo in cui il sistema scolastico e familiare affronta le difficoltà degli studenti.