È finita la pace di Marracash: testo e significato - Studentville

È finita la pace di Marracash: testo e significato

È finita la pace di Marracash: il testo del brano e il significato tra vuoti emotivi ed alienazione, tramite i quali il rapper esplora la tristezza universale nascosta dietro le apparenze.
È finita la pace di Marracash: testo e significato

È finita la pace, il nuovo brano di Marracash

È finita la pace è il settimo album in studio di Marracash. Nonché l’ultimo della trilogia iniziata nel 2019 con “Persona” e proseguito nel 2021 con “Noi, loro, gli altri”. Mentre per acquistare l’album in versione fisica bisognerà attendere poco più di un mese (sarà disponibile in versione dal 24 gennaio 2025), possiamo già analizzare il testo ma, soprattutto, il significato dell’omonimo brano, che utilizza il campionamento di “Firenze (Canzone Triste)” di Ivan Graziani.

È finita la pace di Marracash, testo

Per questo canto una canzone triste, triste, triste
Triste, triste, triste
Triste, triste, triste
Triste come me
Canto una canzone triste, triste, triste
Triste, triste, triste
Triste, triste, triste
Triste come me

È finita la pace (È finita), se n’è andato anche il cane (Quale?)
Vendo un monolocale free da arredare, qui nel torace (Uh)
Quante smancerie fai? Mangi, caghi e respiri bugie, sai?
Woke contro Alt Right, propaganda, gaslight
Tutto crusha, sembra Attack On Titans
Ti rifai la faccia, l’AI ti rimpiazza
Chi finanzia il genocidio a Gaza? Chi comanda?
Siamo solo una colonia e basta
Ma la gente è stanca, mica le riguarda
Vuole stare su Temptation Island
Il rumore come ninna nanna (Ah)

Per questo canto una canzone triste, triste, triste (Triste)
Triste, triste, triste (Triste)
Triste, triste, triste (Ah, yeah)
Triste come me

Escono di casa uno straccio senza neanche un abbraccio
Con il cuore d’intralcio quelli come me
Sai, nei brutti sogni che faccio mi preparo all’impatto
E non c’è nessun altro che è più triste di me

Eh, imbraccia tutte quelle idee
O un mitra per restare te
Far fuori tutti questi brand
“Bang, bang”, uh
Non c’è alcun dio
Rincorri i soldi finché muori
E muoio anche io
In questa guerra senza eroi
Falso qualcuno o un’autentica nullità
L’eterna lotta tra il “beh” e il “mah”

Escono di casa uno straccio senza neanche un abbraccio
Con il cuore d’intralcio quelli come me
Sai, nei brutti sogni che faccio mi preparo all’impatto
E non c’è nessun altro che è più triste di me

I tuoi occhi non son più capaci di distinguere cos’è realtà (Per questo)
Ci saranno tante estati, ma una come quella non ritornerà (Per questo)
Taci la tua umanità (Per questo)
Piaci all’unanimità (Per questo)
E mi sto chiedendo se anche tu in realtà non sia (Triste come me)

Canto una canzone triste, triste, triste
Triste, triste, triste
Triste, triste, triste
Triste come me

E’ finita la pace, significato

La canzone “Triste” di Marracash è un manifesto di malinconia e disillusione. Si addentra nel  senso di solitudine e nel disagio personale intrecciando una critica nei confronti della società contemporanea. Il ritornello, ripetuto come un mantra, enfatizza lo stato emotivo di profonda tristezza, una condizione universale ma spesso taciuta, che il rapper condivide con chi si sente simile a lui (“triste come me”).

Nelle strofe, Marracash affronta quindi temi personali e collettivi. La metafora del “monolocale free da arredare nel torace” rappresenta il vuoto emotivo lasciato da una pace ormai perduta. Questo vuoto si riflette anche nella società, descritta come assuefatta al caos, ai conflitti e alla propaganda dei media. Non mancano dei riferimenti importanti, come quello al genocidio a Gaza. A preoccupare è anche l’intelligenza artificiale che rimpiazza l’individuo e la superficialità di programmi, come Temptation Island, che dipingono un mondo privo di valori e insensibile alle ingiustizie.

Il disagio interiore di Marracash si unisce a quello di “quelli come me”, ovvero persone che escono di casa come “stracci”, senza amore o abbracci, costrette a convivere con un cuore appesantito. Questo dolore si manifesta anche nei sogni ( Sai, nei brutti sogni che faccio mi preparo all’impatto
E non c’è nessun altro che è più triste di me).

Nel finale di E’ finita la pace il rapper denuncia la perdita della capacità di distinguere la realtà, un sintomo dell’omologazione e dell’alienazione moderna. “Triste” diventa così uno specchio del mondo attuale e della solitudine nella quale individualmente si vive, tra consapevolezza e malinconia.

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Foto Credit pagina Facebook Marracash

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