Un gesto che compiamo più volte al giorno senza conoscerne il motivo. Lo sbadiglio. Di solito sopravviene nei momenti di noia, fame o quando le braccia di Morfeo stanno per prelevarci. Già, ma la sua funzione?
Il professor Andrew Gallup, esperto di neuroscienza evolutiva, ha passato in rassegna centinaia di video su Youtube, in cui vengono mostrati diverse specie di animali alle prese con lo sbadiglio.
Il risultato della ricerca di Gallup è stato che la durata dello sbadiglio è proporzionale all'estensione del cervello: 0,8 secondi per un topo, 6,5 secondi per gli esseri umani, 2,4 dei cani e i 2 secondi dei gatti.
Dati importanti secondo Gallup, che ha sottolineato come la durata di uno sbadiglio possa prevedere il peso del cervello e numero di neuroni corticali nelle varie specie.
Lo stesso professore americano nel 2007 ha sostenuto che lo sbadiglio una sua funzione ce l'ha ed è quella di termoregolatore del cervello attraverso la grande quantità di aria respirata durante quei secondi, quando il sangue caldo del cervello viene quindi scambiato con quello più fresco proveniente dal cuore.
Una tesi simile è stata avanzata da altri scienziati: lo sbadiglio alza il livello di attenzione del cervello aumentando la circolazione del liquido cerebrospinale.
Le contestazioni che il mondo della scienza ha rivolto a Gallup sono state accolte parzialmente dal luminare americano, che ha comunque insistito: lo sbadiglio ha una sua funzione termoregolatrice. Forse non del cervello, ma dell'organismo in generale.
Tanti gli scienziati che hanno cercato pure di capire perché, quando vediamo una persona sbdigliare, tendiamo a fare altrettanto. Diversi ricercatori sostengono che il nucleo responsabile di questo 'contagio' siano i neuroni specchio, situati nella corteccia parietale.
I neuroni specchio hanno un ruolo fondamentale nei processi di apprendimento (ad esempio quello della parola) ed imitazione. Quello dello sbadiglio contagioso pare sia una sorta di reazione empatica che si ripete in maniera dirtettamente proporzionale al grado di familiarità con la persona che abbiamo vicino.