È “Un’emergenza che va affrontata già da bambini”: in Toscana si insegna a riconoscere e gestire le emozioni fin da bambini per costruire relazioni basate sul rispetto.
Nelle scuole toscane, oltre alle materie “tradizionali” si inizierà a insegnare anche un’altra, fondamentale, disciplina: l’educazione affettiva. Si tratta di un progetto innovativo per insegnare agli studenti come riconoscere e gestire le emozioni diventando più consapevoli per costruire relazioni basate sul rispetto. Questo nuovo percorso, promosso dalla Federazione regionale delle Misericordie della Toscana, vuole fornire ai giovani degli strumenti concreti per affrontare in modo maturo le proprie emozioni e prevenire situazioni di violenza e discriminazione.
“L’idea di entrare nelle scuole è nata sette anni fa, quando abbiamo avviato percorsi di formazione sul primo soccorso, raggiungendo 150.000 studenti di ogni ordine e grado” spiega Benedetta Ferrei, responsabile regionale dell’educazione per il progetto, a Firenze Today. “Quell’esperienza è andata molto bene, e ora vogliamo replicarla con un obiettivo diverso, quello dell’educazione affettiva. La morte di Giulia Cecchettin ha messo in luce l’urgenza di educare i giovani su questi temi, che rappresentano ormai una vera e propria emergenza sociale da affrontare fin dall’infanzia”.
Un percorso strutturato per età: dalle emozioni all’empatia
La Federazione delle Misericordie ha quindi messo a punto un programma educativo suddiviso per fasce d’età, al fine di offrire un supporto mirato alle scuole di ogni ordine e grado che vogliano affrontare questo tema complesso. Si inizia dalla scuola dell’infanzia e si può proseguire fino alle scuole superiore per accompagnare i ragazzi a sviluppare gradualmente una maggiore consapevolezza emotiva e relazionale.
Nella scuola dell’infanzia, il programma si concentrerà sul riconoscimento delle emozioni: “Insegniamo ai bambini che le emozioni esistono, sono parte di noi e influenzano il nostro comportamento” afferma Ferrei. Alla scuola primaria il percorso si orienta sulla consapevolezza di sé, con un focus sul rispetto emotivo e fisico, poiché è proprio in questa fase che i bambini iniziano a conoscersi meglio. Nella scuola secondaria di primo grado, l’attenzione si sposta poi verso il rispetto dell’altro, con esercizi di comunicazione e gestione delle differenze emotive; in questa fase, il programma prevede anche attività che spronino i ragazzi a esprimere al meglio quello che sentono, anche dicendo “no” in modo efficace e rispettoso. Infine, nelle scuole superiori il focus si sposta su come riconoscere dei segnali di violenza di genere e su come scegliere con piena consapevolezza le proprie relazioni, aiutando i ragazzi a capire l’importanza di rapporti sani e rispettosi. “Il grande obiettivo finale è imparare a scegliere con consapevolezza chi volere accanto” spiega ancora Ferrei.
Un team di esperti e il possibile futuro come materia scolastica
Questo progetto è stato sviluppato grazie alla collaborazione di psicologi, pedagogisti, sociologi ed educatori professionali, un team multidisciplinare che ha lavorato per creare un programma equilibrato e adatto alle diverse età. Attualmente, il Ministero dell’Istruzione sta cercando di sensibilizzare le scuole italiane sulla violenza di genere e sull’educazione affettiva che, al momento, resta una materia facoltativa anche se non si esclude che in futuro questo percorso possa diventare parte del normale orario scolastico.
“È essenziale che l’educazione affettiva diventi una materia al pari di italiano o storia” conclude Ferrei. “Come Misericordia, ci piacerebbe essere coinvolti in questo progetto a livello nazionale. Ogni giorno ci confrontiamo con questo problema, vedendo da vicino le conseguenze della violenza domestica e delle relazioni disfunzionali. Ci sentiamo pronti a lavorare fianco a fianco con gli insegnanti per supportare i ragazzi in questo percorso educativo”.
L’introduzione dell’educazione affettiva nelle scuole toscane segna un importante passo verso un sistema educativo che si impegna a insegnare le classiche materie, preoccupandosi anche del benessere emotivo e relazionale degli studenti. È un progetto che potrebbe diventare il punto di partenza per un’educazione più completa, in grado di affrontare e prevenire molte delle problematiche sociali che caratterizzano il mondo contemporaneo.