Educazione musicale fin dalla prima classe della scuola primaria
Tra le novità che dovrebbero far parte delle Nuove Indicazioni Nazionali, ovvero i nuovi programmi per il primo ciclo scolastico, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato l’introduzione dell’educazione musicale a partire già dalla prima classe della scuola primaria. Il tutto, a sottolineare l’importanza di coltivare sin dall’infanzia il senso artistico, la sensibilità musicale e la capacità di espressione creativa dei più piccoli. Le nuove indicazioni per la scuola, presentate avantieri nell’ambito del Consiglio dei Ministri sotto forma di decreto, sono state anticipate da Valditara durante un’intervista rilasciata a Il Giornale.
Avvicinare i bambini alla musica fin dalla prima elementare
Così come ha spiegato lo stesso Valditara, le linee guida per il primo ciclo di istruzione sono state elaborate con l’obiettivo dichiarato di “prendere il meglio della tradizione per una scuola capace di costruire il futuro”. Fra le novità anticipate ci sarà lo studio dell’educazione musicale fin dalla prima elementare. “Avvicineremo i bambini alla musica, alla sua comprensione e alla civiltà musicale”, ha detto il ministro. Per stimolare nei più piccoli una sensibilità artistica e culturale che possa accompagnarli nel loro percorso formativo. Non è un caso che tra gli esperti coinvolti nella stesura delle nuove indicazioni figurino nomi illustri di diverse discipline.
Storici del calibro di Ernesto Galli della Loggia, latinisti come Andrea Balbo, il presidente emerito dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini e letterati come Claudio Giunta hanno, infatti, dato il loro contributo. Ad affiancarli anche musicisti di fama internazionale come Uto Ughi (uno dei massimi esponenti della scuola violinistica italiana contemporanea) e altre personalità di spicco del panorama artistico. A sottolineare l’approccio interdisciplinare e la qualità delle competenze messe in campo.
Con questa riforma, il governo vuole rispondere concretamente alle esigenze educative del nostro secolo, fornendo agli studenti, da quelli più piccoli a quelli più grandi, gli strumenti necessari per comprendere il mondo che vivono. Grazie ad un sistema scolastico che valorizzi le radici culturali italiane.
Educazione musicale, perché è importante
Ma perché tale materia è considerata talmente importante da voler essere introdotta nei programmi scolastici delle scuole primarie fin dal primo anno? Si tratta di un pilastro fondamentale per lo sviluppo complessivo degli studenti. La musica, oltre ad essere una forma d’arte universale, stimola diverse aree del cervello. Introdurla fin dalla scuola primaria permette ai bambini di sviluppare capacità cognitive e motorie, migliorare la concentrazione e imparare a lavorare in gruppo. Come?
Pensate allo studio della musica come una palestra per lo sviluppo di tante competenze, utili non solo in ambito artistico ma anche nella vita di tutti i giorni. Innanzitutto, aiuta a stimolare la creatività, spingendo a pensare fuori dagli schemi e a trovare nuove soluzioni. Allena la memoria, grazie alla necessità di ricordare testi, melodie e note, e rafforza la disciplina, perché richiede costanza e impegno. Inoltre, suonare insieme ad altri, in un’orchestra o in una band, insegna il valore della collaborazione e dell’ascolto reciproco. La musica è anche un potentissimo strumento per esprimere le emozioni e per comprendere quelle altrui. In questo, aiuta a sviluppare una sorta di consapevolezza emotiva. Non meno importante, sviluppa la capacità di ascolto attento.
Ancora, suonare richiede coordinazione e la predisposizione ad essere “multitasking”: leggere lo spartito, muovere le mani e seguire il ritmo sono tutti aspetti che allenano la mente e il corpo. Infine, la musica è una porta spalancata sulla cultura e sul mondo e, come tale, è capace di avvicinare gli studenti al patrimonio artistico del proprio Paese e del mondo. Promuove preziosi valori quali la diversità e l’inclusione. Insomma, offre ai più giovani strumenti per comprendere meglio se stessi e il mondo, preparandoli a essere cittadini consapevoli e aperti al dialogo.
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