Educazione sentimentale nelle scuole italiane: la proposta del MIM - Studentville

Educazione sentimentale nelle scuole italiane: la proposta del MIM

Il ministro Giuseppe Valditara presenterà a fine novembre un nuovo progetto sperimentale in cui si proverà ad insegnare l'educazione sentimentale nelle scuole.
Educazione sentimentale nelle scuole italiane: la proposta del MIM

Il 22 novembre 2023, il ministro del MIM Giuseppe Valditara proporrà al Ministero un piano decisamente innovativo per la formazione in Italia, ovvero un progetto di introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole. Secondo il MIM è necessario che nel Paese venga introdotto un piano in cui l’educazione affettiva sia presente, per informare nel modo corretto i giovani sulle relazioni intime e personali. Gli ultimi terribili casi di cronaca hanno fortemente condizionato la decisione del Governo di correre ai ripari, cercando di migliorare la complessa situazione sociale e affettiva tra i ragazzi di oggi.

Infatti, il quotidiano La Repubblica, ha comunicato che il piano proposto è ancora in fase di sperimentazione, ma si cercherà di avviarlo il prima possibile. Quali sono, quindi, le prospettive di gestione del progetto inerente all’educazione sentimentale a scuola?

I programmi verranno gestiti, per ora, in questo modo: nelle scuole, un’ora a settimana verrà investita per parlare di educazione sentimentale e rispetto nelle relazioni sociali e amorose. Gli incontri totali saranno dodici, pianificati in un intervallo temporale di tre mesi nel corso dell’anno scolastico. L’obiettivo di questo “piano educativo sperimentale”, sarà quello di informare i ragazzi e le ragazze alla consapevolezza delle emozioni nelle relazioni sentimentali ed infine al consenso reciproco nel rispetto dell’altra persona.

Cosa potranno fare gli studenti durante le ore di educazione sentimentale? Tutti gli alunni che parteciperanno agli incontri potranno dar luogo a dibattiti tra di loro, gli insegnanti e gli esperti presenti. All’interno delle discussioni, in cui un docente sarà il moderatore, i ragazzi saranno esortati a porre delle domande e ad esprimere le loro opinioni, dopo gli interventi dei professionisti del settore psicologico, educativo e giuridico. La presenza occasionale di psicologi, educatori, sessuologi, assistenti sociali o anche avvocati, sarà determinante per concretizzare un programma stimolante per gli studenti e al contempo completo.

L’educazione sentimentale in Europa

L’Italia, purtroppo, è ancora uno dei Paesi d’Europa a non aver introdotto l’educazione affettiva nelle scuole. Infatti, in 10 Nazioni europee su 25, l’educazione sentimentale negli istituti scolastici è già trattata da molto tempo. Ad esempio, in Germania e Svezia, i progetti educativi sono organizzati da decenni, dimostrando dei notevoli miglioramenti tra i giovani nel campo affettivo, sentimentale e anche sessuale.

E’ stato riscontrato che grazie agli incontri di educazione affettiva, i ragazzi hanno una maggiore consapevolezza del rispetto dei diritti nelle relazioni intime e sociali. Inoltre, i giovani dopo queste “lezioni” hanno comunicato “meno ansia” nel gestire la loro “prima volta” nell’ambito sessuale e sentimentale, aspettando i momenti giusti per conoscere qualcuno. Questi percorsi hanno un nome specifico, ossia i CSE (Comprehensive Sexuality Education). Nei programmi dei CSE, vengono organizzati solitamente percorsi sull’affettività e sulla sessualità. In queste lezioni, i docenti e gli esperti non si limitano solo a spiegare la struttura biologica degli organi genitali o come evitare gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili, ma vanno oltre. L’intento dei percorsi CSE è quello di trattare tematiche inerenti al rispetto dei diritti altrui nelle relazioni intime, sociali e sentimentali.

In merito al drammatico omicidio, da parte dell’ex fidanzato, della studentessa italiana Giulia Cecchettin, è bene comunicare che il 21 novembre sarà previsto un minuto di silenzio nelle scuole italiane alle ore 11.00. L’obiettivo di questo momento condiviso sarà quello di dimostrare vicinanza alla famiglia di Giulia e a tutte le donne che hanno subito violenza.

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