E’ ufficiale: l’Italia si candiderà al progetto Einstein Telescope. Come dichiarato durante un suo intervento alla XV Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori alla Farnesina, la ministra Bernini ha voluto ringraziare il professor Giorgio Parisi per aver accettato la sua proposta di presiedere il Comitato a sostegno della candidatura italiana all’ET. Sottolineando come uno degli obiettivi strategici che si nasconde dietro questa candidatura sia “portare il nostro Paese il futuro”.
Cos’è l’Einstein Telescope
L’Einstein Telescope è un’infrastruttura sotterranea che è stata proposta per ospitare un osservatorio di onde gravitazionali di terza generazione. Tale struttura si pone l’obiettivo di consentire, per la prima volta, di esplorare l’Universo attraverso le onde gravitazionali lungo la sua storia cosmica fino ai secoli bui della cosmologia, fornendoci risposte, o comunque delucidazioni, su questioni di fisica fondamentale e cosmologia.
Il concetto che sta alla base del telescopio Einstein si basa sulla misurazione di minuscoli cambiamenti nelle lunghezze di due bracci collegati lunghi diversi chilometri, causati da un passaggio gravitazionale onda. I raggi laser nelle braccia registrano il loro periodico allungamento e restringimento al variare della luminosità su un fotorilevatore centrale.
L’Italia si candida all’Einstein Telescope
Ebbene, così come dichiarato dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, la nostra penisola si candiderà:
“Vogliamo portare in Italia l’Einstein Telescope, il futuro osservatorio di onde gravitazionali previsto dall’Europa, per cui competiamo con i Paesi Bassi. Un progetto di straordinaria importanza che potrà rafforzare la leadership del nostro Paese nell’ambito delle grandi infrastrutture di ricerca, grazie all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e a tutti gli attori coinvolti, e che potrà dare eccezionali opportunità al territorio”.
La stessa ha precisato che il luogo italiano più idoneo a far parte dell’Einstein Telescope è la miniera di Lula in Sardegna, “un luogo poco antropizzato e a scarsissimo rischio sismico”. E’ il progetto Etic (Einstein Telescope Infrastructure Consortium) che punta a costruire l’Einstein Telescope in Italia. L’istituto si occuperà della preparazione e della realizzazione dello studio di fattibilità del sito italiano individuato.
La miniera di Sos Enattos, che si trova in provincia di Nuoro, è stata l’ultima miniera metallifera a chiudere l’attività nella zona. Sembra avere tutte le carte in regola per candidarsi: per operare al meglio, infatti, l’osservatorio ET dovrà essere realizzato in un’area geologicamente stabile e scarsamente abitata. Ciò per evitare le vibrazioni del suolo che potrebbero, di fatto, mascherare il segnale generato dal passaggio di un’onda gravitazionale. La Sardegna condivide la candidatura con il Limburgo, una regione posta al confine tra Belgio, Germania ed Olanda.
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