In un’intervista a Fumettologica, Elena ha raccontato il suo lavoro, tra disegni, insegnamento e battaglie per migliorare le condizioni di fumettisti e fumettiste.
Fumettista talentuosa e impegnata, Elena Casagrande crea opere dinamiche e coinvolgenti, ma si impegna anche attivamente a migliorare il settore dei fumetti per tutti i professionisti coinvolti. Intervistata da Fumettologica, ha parlato del suo lavoro dalle molteplici sfumature. Ecco un breve riassunto del suo lungo racconto.
Elena Casagrande si è avvicinata al mondo dei fumetti durante gli anni dell’università, frequentando la Scuola Internazionale di Comics, dove ha scoperto un mondo lavorativo che poteva offrirle serie possibilità. Il suo primo lavoro professionale è stato con IDW Publishing, dove ha potuto lavorare su progetti legati a serie televisive come Ghost Whisperer. Da lì, Elena riesce pian piano a conquistarsi il suo spazio nel mercato statunitense, mettendo in curriculum albi di Star Trek, X-Files, True Blood, Angel e Doctor Who per IDW Publishing e Batgirl e Catwoman per DC Comics.
La collaborazione con Marvel
Dopo aver presentato il suo portfolio a C.B. Cebulski, editor della Marvel, Elena ha ottenuto la sua prima collaborazione con l’azienda. Successivamente ha potuto lavorare su diverse serie, tra cui Black Widow, disegnata da lei e scritta da Kelly Thompson, che ha ricevuto il prestigioso premio Eisner. “Quando mi arrivò la proposta per Black Widow lavoravo in DC, dove avevo una situazione “comoda”: ero appena diventata mamma, loro mi agevolavano molto con le consegne e avevo una quantità di lavoro che andava bene per le esigenze di quel momento. Black Widow mi fu invece presentato come un progetto mensile, che partiva con una run di 5 numeri per poi diventare ongoing qualora i riscontri fossero stati buoni”.
Recentemente, Casagrande è stata inclusa nel gruppo di artisti noti come Marvel’s Stormbreakers, nome di un programma di valorizzazione dei nuovi talenti promosso dall’editore americano, che le offre maggiore visibilità e l’opportunità di lavorare su progetti di punta. “Fare parte di questo programma ti dà tanti vantaggi: un contratto in esclusiva, una maggiore visibilità e la possibilità di lavorare a progetti di punta. La parte difficile è sapere che su di te si hanno alte aspettative (o almeno così io la vivo) e che dovrai disegnare molto di più di quanto hai fatto in precedenza. La parte bella è che raccogli tante soddisfazioni, anche sul piano umano, negli eventi aperti al pubblico e nel rapporto con gli editor. Per adesso la bilancia è in equilibrio, speriamo che resti così”.
L’equilibrio tra lavoro e vita personale
Nonostante le sfide del settore, Elena ha trovato un modo per conciliare la sua carriera nel fumetto con la vita personale, compreso il periodo della gravidanza. “Sulla possibilità di conciliare lavoro e vita privata, devo dire che, quando ero incinta, la notizia della mia gravidanza è stata accolta dai datori di lavoro decisamente meglio di quanto mi aspettassi: ho mantenuto il lavoro, ho visto crearsi intorno a me un clima accogliente e i tempi di lavorazione sono stati ripensati in sintonia con le mie esigenze. Nonostante sia cresciuta professionalmente con l’idea che, anche se ti muore il gatto, devi comunque consegnare il lavoro in tempo, adesso so che puoi fare certe richieste senza temere di perdere tutto”.
Il coinvolgimento in iniziative di cambiamento
Elena è coinvolta in varie iniziative volte a migliorare le condizioni dei fumettisti, tra cui Moleste, MeFu ed EGAR. Questi progetti mirano a sensibilizzare sulle molestie sessuali e la discriminazione di genere, migliorare le condizioni di lavoro dei fumettisti in Italia e promuovere la regolamentazione dell’intelligenza artificiale a livello europeo.
“I fumettisti lavorano la maggior parte del tempo da soli a casa, piegati in due sulla scrivania. Da soli siamo sfruttabili, molestabili, calpestabili nei nostri diritti, l’unione fa la forza. Il mondo del fumetto è una sfera lavorativa e professionale come tanti altri settori, ma per molti versi sembra un Far West, presenta varie falle e offre a chi è disonesto l’occasione di prendersi delle libertà”.
Elena ha anche fatto alcune riflessioni sull’evoluzione della rappresentazione delle donne nei fumetti nel corso degli anni e, pur riconoscendo alcuni progressi, sottolinea che ci sono ancora aree in cui migliorare, ma si auspica che il settore continui a evolversi verso una maggiore inclusività e rappresentazione autentica.
L’insegnamento alla Scuola Romana dei Fumetti
Essendo sia allieva che insegnante alla Scuola Romana dei Fumetti, Elena ha scoperto un metodo di lavoro che le ha permesso di essere ancora più padrona del suo mestiere. “Insegnare mi ha fatto capire di avere un metodo, di seguire un processo che prevede che io faccia delle scelte piuttosto che altre. Ho dovuto razionalizzare questa cosa per capire che cosa avrei raccontato ai ragazzi in classe. Il risultato è che ora sono ancora più padrona di quello che faccio”.