Eleonora Giorgi: vita privata
Eleonora Giorgi è un’iconica figura del mondo del cinema nel quale ha lavorato come attrice, regista, sceneggiatrice e produttrice. Nasce a Roma il 21 Ottobre 1953 da padre italiano e madre ungherese, suo fratello è il famoso giornalista sportivo Lamberto Giorgi. Dopo aver intrapreso la carriera da attrice, sposa nel 1979 l’editore Angelo Rizzoli. A causa dello scandalo P2, il marito viene arrestato e lei chiede la separazione. Successivamente il Tribunale le attribuisce la metà dei proventi della vendita della quota di azioni del marito che equivale a 5 miliardi di lire. Per colpa di questa vicenda e per la cattiva reputazione che le veniva attribuita dalla stampa e dall’opinione pubblica, la Giorgi sul finire degli anni Ottanta ha scelto di allontanarsi dal mondo del cinema dedicandosi alla sua vita privata e alla nuova relazione con l’attore Massimo Ciavarro.
Eleonora Giorgi: la carriera cinematografica
Dopo una prima comparsa nel film “Roma” di Federico Fellini, Eleonora Giorgi debutta come attrice protagonista nel 1973 in “Storia di una monaca di clausura“, film del genere erotico-conventuale diretto da Domenico Paolella. Dopo alcuni film inseriti nel filone della commedia sexy all’italiana, l’attrice sale alla ribalta per le interpretazioni in “L’Agnese va a morire” di Giuliano Montaldo, “Cuore di cane” di Alberto Lattuada e “Dimenticare Venezia” di Franco Brusati. Nel corso della sua carriera, ha fatto coppia con una lunga serie di protagonisti della commedia italiana: Renato Pozzetto, Carlo Verdone, Johnny Dorelli e anche Adriano Celentano. Nel 2003 debutta nella regia cinematografica con “Uomini & donne, amori & bugie” con protagonista Ornella Muti, proseguendo nel 2009 con il suo secondo film “L’ultima estate”.
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Eleonora Giorgi: film
Dagli anni Settanta in poi Eleonora Giorgi ha lavorato in una lunga serie di film, molti dei quali sono diventati opere iconiche della commedia sexy all’italiana:
- “Roma” di Federico Fellini (1972)
- “Tutti per uno… botte per tutti” di Bruno Corbucci (1973)
- “Storia di una monaca di clausura” di Domenico Paolella (1973)
- “Appassionata” di Gianluigi Calderone (1974)
- “Il bacio”di Mario Lanfranchi (1974)
- “Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno” di Luciano Salce (1974)
- “La sbandata” di Salvatore Samperi (1974)
- “Conviene far bene l’amore” di Pasquale Festa Campanile (1975)
- “Cuore di cane” di Alberto Lattuada (1975)
- “Liberi armati pericolosi” di Romolo Guerrieri (1976)
- “L’Agnese va a morire” di Giuliano Montaldo (1976)
- “L’ultima volta” di Aldo Lado (1976)
- “Disposta a tutto” di Giorgio Stegani (1977)
- “Una spirale di nebbia” di Eriprando Visconti (1977)
- “Ça fait tilt” di André Hunebelle (1978)
- “Suggestionata” di Alfredo Rizzo (1978)
- “6000 km di paura” di Bitto Albertini (1978)
- “Non sparate sui bambini” di Gianni Crea (1978)
- “Dimenticare Venezia” di Franco Brusati (1979)
- “Un uomo in ginocchio” di Damiano Damiani (1979)
- “Mani di velluto” di Castellano e Pipolo (1979)
- “Inferno” di Dario Argento (1980)
- “Mia moglie è una strega” di Castellano e Pipolo (1980)
- “Nudo di donna” di Nino Manfredi (1981)
- “Borotalco” di Carlo Verdone (1982)
- “Oltre la porta” di Liliana Cavani (1982)
- “Grand Hotel Excelsior” di Castellano e Pipolo (1982)
- “Mani di fata” di Steno (1983)
- “Sapore di mare 2 – Un anno dopo” di Bruno Cortini (1983)
- “Vediamoci chiaro” di Luciano Salce (1984)
- “Giovanni Senzapensieri” di Marco Colli (1985)
- “Il volpone” di Maurizio Ponzi (1988)
- “Compagni di scuola” di Carlo Verdone (1988)
- “SoloMetro” di Marco Cucurnia (2007)
- “My Father Jack” di Tonino Zangardi (2016)
- “Attesa e cambiamenti” di Sergio Colabona (2016)
- “La mia famiglia a soqquadro” di Max Nardari (2017).