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Elezioni politiche 2018: ecco come votare da fuori sede
Il 4 marzo è vicino e i fuori sede, se vogliono tornare a casa per votare, devono organizzarsi fin da ora. Il viaggio verso il proprio comune di residenza per votare nel proprio seggio costa, ma votare è importante e vale la pena fare questo sacrificio. Sicuramente, che siate studenti o lavoratori fuori sede, tornare dove si ha la residenza è molto stressante e faticoso. Ovviamente tutti i fuori sede possono sempre approfittare delle agevolazioni ferroviarie e marittime per tornare a casa ma nelle elezioni politiche 2018, potrebbero esserci novità importanti. Vediamo di cosa si tratta.
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Per chi lavora fuori dalla propria regione c’è la possibilità di votare in un seggio diverso da quello di appartenenza?
Come sapete, al momento il voto è strettamente vincolato alla residenza. Al contrario di ciò che è permesso ai cittadini italiani residenti all’estero, entro i confini nazionali non si può votare in un altro seggio e l’unica agevolazione che lo Stato concede ai suoi è il rimborso spese sulla tariffa intera del treno. La legge infatti prevede che possano votare in Italia fuori del comune di residenza solo alcune categorie di elettori, come quelli ricoverati in ospedali e case di cura, militari, naviganti e tutti coloro che prestano servizio al seggio, e cioè i componenti dell’Ufficio elettorale di sezione, le Forze dell’ordine e i rappresentanti di lista, designati dai partiti.
Per gli elettori che, non rientrando in tali categorie, per esercitare il diritto di voto devono raggiungere il comune di residenza e recarsi presso il proprio seggio di iscrizione elettorale, sono previste agevolazioni tariffarie per viaggi in treno, aereo o nave.
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Elezioni 2018: diritto di voto in mobilità
I fuori sede però potrebbero votare alle prossime elezioni politiche senza bisogno di tornare a casa. Un emendamento del presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, Andrea Mazziotti, introduce infatti il cosiddetto “early vote” (voto anticipato) nella prefettura della città in cui ci si trova per motivi di studio, lavoro o salute. Decine di associazioni studentesche sostengono l’emendamento e sperano che questa volta la cosa possa andare a buon fine. Questa novità darebbe la possibilità a circa un milione, tra studenti e lavoratori fuori sede, di votare lontano dal comune di residenza. “L’early vote in prefettura garantisce segretezza e certezza, libera il diritto di voto e combatte l’astensione”, riporta Andrea Mazziotti . Se dovesse andare in porto, l’emendamento potrebbe essere applicato in due modi: con una modifica alla legge elettorale, oppure attraverso un decreto da parte del governo in cui si regolamentino le modalità di voto in mobilità. Speriamo possa essere possibile già a partire dalle elezioni politiche del 4 marzo 2018.
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