Esami all’università: cosa fanno gli studenti
Scegliere l’università giusta non è mai facile, soprattutto se non si hanno le idee molto chiare in merito a cosa fare nel proprio futuro lavorativo. Per questo motivo c’è chi si iscrive ad un corso di laurea e poi si ritrova ad avere problemi con lo studio e soprattutto a sostenere gli esami di profitto. Alcuni hanno addirittura problemi a parlare con i genitori di queste difficoltà e così arrivano a mentire sulla loro carriera universitaria. Secondo una ricerca condotta dal portale Skuola.net uno studente su tre l’ha fatto: ha mentito ai familiari sul proprio percorso di studi. Nello specifico il 38 per cento non ha detto la verità a proposito della media di voti ottenuti durante questi test. Mentre solo 18 dei 1.100 ragazzi che sono stati interpellato hanno dichiarato di aver mentito anche sulla data della laurea.
Uno studente su tre ha mentito ai genitori all’università ecco perché
Tutta colpa della pressione che gli stessi studenti sentono, a volte anche indirettamente, sia dai genitori, sia dalla società. Paura di deludere gli altri e in particolare i propri genitori e questo porta alcuni studenti a dire bugie pur di non dare loro un dispiacere oppure per evitare una lite. In alcuni casi si tratta solo di piccole bugie, in altri invece si tratta di veri e propri problemi che portano a conseguenze più grandi. C’è chi mente per interi anni sul proprio percorso di studi, fino a dire delle bugie sulla data della tesi che poi non sarà mai prevista in quanto magari alcuni esami non sono mai stati superati oppure direttamente svolti per paura e mai rivelato ai propri cari.
Uno studente su tre ha mentito ai genitori all’università: cosa fare in caso di scoperta
La paura di essere scoperti è tanta: il 22 per cento chiederebbe scusa, mentre uno studente su quattro si dispererebbe per quanto accaduto. Il 16 per cento che si sentirebbe umiliato. “Spiegare alle famiglie che la laurea non è sinonimo di successo”, sarebbe la soluzione migliore per togliere via qualsiasi problema secondo la maggior parte degli intervistati. Anche “invitare le università a un approccio agli studi più “umano”” è una buona soluzione secondo gli allievi.
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