Esami di maturità: gli errori commessi negli anni dal Miur
Tutti possono sbagliare, anche il Miur lo fa, e negli anni ha collezionato una serie di errori, in particolare nel momento più critico per gli studenti: agli esami di maturità. Oggi vogliamo raccoglierli tutti, mostrarveli, sostenendo, però, che errare è umano; si possono fare errori dettati dalla distrazione, da problemi tecnici e che, anche se non si può rimediare subito, ci si può impegnare per non commetterne più. Proprio ieri abbiamo assistito ad un errore commesso nella simulazione della versione di latino, pubblicata per aiutare gli studenti a prepararsi a quello che dovranno sostenere, in cui c’è stata una confusione di nomi.
Errori del Miur: nel 1987 il primo
Il primo errore commesso dal Miur agli esami di maturità risale al 1987. Nella prova scritta dell’istituto d’arte, un famoso affresco “L’allegoria del buono e del cattivo governo” è stato attribuito per errore a Simone Martini, quando in realtà era opera di Ambrogio Lorenzetti. Negli anni a venire, abbiamo assistito ad altri errori:
- 2007: nella traccia su Dante di Prima Prova, venne attribuito a San Tommaso l’elogio di San Domenico di Guzman, che invece riguardava il canto successivo;
- 2008: La poesia oggetto dell’analisi del testo, di Montale, fu interpretata dal Miur, nelle domande, come rivolta a una donna quando invece il destinatario era un uomo. Inoltre, nella versione di greco su Luciano di Seconda Prova liceo classico, mancava una parola essenziale per la comprensione e la traduzione dell’intero testo; anche il testo di inglese di Seconda Prova dell’istituto tecnico Turismo conteneva diversi errori grammaticali;
- 2010: i valori correlati della Seconda Prova prova di elettronica per i periti elettrotecnici erano 100 volte superiori a quanto avrebbero dovuto essere, i maturandi dell’Istituto tecnico industriale Elettrotecnica e Telecomunicazioni hanno dovuto affrontare un argomento che sembrava adatto a una materia diversa da quella che avrebbero dovuto trattare, così gli insegnanti si misero ad aiutare gli studenti a svolgere la prova;
- 2015: l’errore era nella traccia del saggio breve artistico-letterario, in cui l’opera “La lettrice in bianco e giallo” di Matisse diventò “La lettrice in abito viola“, altra opera di Matisse non presente nella traccia, con tanto di didascalia scorretta: anno 1898 invece del 1919;
- 2017: nella traccia di Seconda prova dell’indirizzo alberghiero-enogastronomico: il singolare di batteri è diventato “battere” e come dimenticare l’errore di battitura della parola tracce;
- 2018: nella versione di greco è stato segnalato un punto posto nel posto sbagliato che avrebbe portato fuori strada i ragazzi durante la traduzione.
- 2019: nella simulazione della prova di fisica grazie alle osservazioni pervenute, il gruppo di lavoro incaricato della prova mista di matematica/fisica per il liceo scientifico specifica che, nel problema 1, c’è stato un nuovo errore: “la funzione q(t) rappresenti, per t>= 0, la carica elettrica (misurata in C) che attraversa all’istante di tempo t (misurato in s) la sezione di un certo conduttore”, contiene un refuso. La corretta formulazione è la seguente: “la funzione q(t) rappresenti, per t>=0, la carica elettrica (misurata in C) che ha attraversato dall’istante di tempo t=0 all’istante di tempo t (misurato in s) la sezione di un certo conduttore”.
Errore del Miur simulazione: la versione di latino
L’ultimo errore è stato commesso nella versione di latino, il brano da tradurre, un passaggio degli Annales di Tacito, parlava della caduta e morte di Seiano, importante prefetto del pretorio dell’imperatore Tiberio. Nell’introduzione al brano, redatta dagli esperti del dicastero, è scritto che Seiano, “ottenuti vari incarichi militari e civili grazie al favore di cui godeva presso Tiberio (il Caesar del testo), acquisì grandissima influenza nella vita del tempo, arrivando ad aspirare al matrimonio (forse davvero celebrato), con Livia Drusilla, nuora dell’imperatore, vedova del primo marito”. Qual è stato, quindi, l’errore del Ministero? Dire che Livia Drusilla fosse la nuora di Tiberio, laddove in realtà si trattava della madre, molto più anziana di Seiano, dunque, che invece fu amante di Livilla, nipote di Livia Drusilla e così chiamata proprio in onore della prima imperatrice di Roma.
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