Etologo: di cosa si occupa
Il termine etologia deriva dalle espressioni ‘ethos’ e ‘logos’ che in greco stanno a significare rispettivamente ‘carattere o costume’ e ‘studio’. Si tratta di una disciplina scientifica che studia il comportamento dell’animale nel proprio habitat naturale: la materia, che nasce come sottogruppo della zoologia, segue gli stessi criteri utilizzati in tutti gli altri ambiti della biologia in riferimento sia alle metodologie di laboratorio che alle scienze sul campo. I settori di interesse dell’etologo inerenti ad un individuo o ad una specie sono generalmente sei: l’apprendimento, ovvero tutti quegli atteggiamenti assunti in relazione a fattori esterni e non ereditari; il corteggiamento; la gerarchia sociale; l’accoppiamento; il rapporto con il territorio in cui si vive; le attenzioni dei genitori messe in atto per difendere la prole.
Etologo: la formazione accademica
In primis l’aspirante etologo deve possedere una grande passione per gli animali e la natura in generale in quanto, con il suo lavoro, andrà ad analizzare in modo scientifico i processi inerenti sia a singoli esemplari che a specie generiche. Per intraprendere una carriera da etologo è consigliabile seguire studi liceali scientifici per poi essere agevolati in un percorso universitario specifico. I corsi di laurea più idonei possono essere vari: scienze biologiche, scienze naturali, medicina veterinaria e scienze ambientali. In seguito ci si può specializzare in ambiti specifici attraverso master universitari o corsi si specializzazione.
Leggi anche:
Etologo: la formazione professionale
Per svolgere il suo mestiere l’etologo deve aver conseguito nel percorso accademico delle elevate competenze in diversi settori: biologia, zoologia, sistematica, fisiologia, genetica, statistica, ecologia e psicologia. È bene ricordare che attualmente l’etologo non è una figura professionale riconosciuta con un iter formativo definito quindi il suo lavoro non è regolarizzato da nessun albo specifico. Egli ha, quindi, la possibilità di collaborare con enti pubblici o privati per la gestione della fauna locale e non, oppure svolgere la propria professione come libero professionista concentrandosi sulla ricerca.