Kiev, finale del Campionato europeo di calcio 2012, trionfa la Spagna. Una Spagna grandiosa, regale, che batte l’Italia, un po’ impacciata e fuori forma. Un’Italia che subisce quattro goal e non riesce a segnarne uno. L’Italia che è arrivata in finale, ma chi se lo aspettava?
Chiamatela delusione allora, non umiliazione. Chiamatela sconfitta, non dramma o tragedia. Perché in un Paese come il nostro, che lascia poco spazio ai sogni, ancora una volta gli Azzurri ci hanno fatto sognare. Una squadra “senza campioni” la nostra, con l’arduo compito di riempire il vuoto lasciato dai grandi nomi di un passato troppo recente. Ieri sera in campo non c’era Del Piero, né Totti, né Cannavaro. Ma eravamo in finale, la finale che ci ha regalato Balotelli, un ragazzo di soli 21 anni, con tanti difetti, ma con un indiscutibile talento, insieme a Pirlo, con la sua classe innata e la sua indiscutibile esperienza, pari a quella di Buffon, e tutti gli altri giocatori.
Siamo arrivati secondi, perdendo una partita in cui non abbiamo giocato bene, in cui la Fortuna non ci ha assistito e in cui la Spagna ha dato il meglio di sé. Ma rinnegare le lodi agli Azzurri della settimana scorsa suona un po’ come voglia di salire sul carro del vincitore. E piuttosto che salire su un carro che non è nostro sarebbe più giusto allestirne uno nuovo, in vista dei Mondiali.
Ancora oggi: Forza Italia!