Falso allarme bomba da parte di un alunno: "punito" con 8 mesi di volontariato - Studentville

Falso allarme bomba da parte di un alunno: "punito" con 8 mesi di volontariato

Due anni fa, uno studente di una scuola abruzzese ha lanciato un finto allarme bomba per puro scherzo. Perché è considerato reato e il fenomeno dei "falsi allarmi" sempre in crescita.
Falso allarme bomba da parte di un alunno:

Uno scherzo pericoloso “castigato” a dovere

Nel 2023, in Abruzzo, uno studente di sedici anni ha avuto la brillante idea di lanciare un allarme bomba per puro scherzo. Ovviamente, questa “spacconata” da adolescente ha destato scalpore ed è stata punita di conseguenza dal personale scolastico e dal Tribunale dei Minori dell’Aquila. Pena per il ragazzo all’epoca minorenne: otto mesi di volontariato.

Durante il processo, lo studente aveva ribadito che fosse solamente un “gioco inconsapevole“, il quale non ha certamente in seguito pensato alle conseguenze legali.

Oggi nel 2025, il Tribunale dei Minori ha deciso di accogliere una istanza del legale del ragazzo, e quindi probabilmente non verrà effettuata alcuna condanna conclusiva.

Che cosa successe nel 2023 e perché il fatto è un reato

Durante il maggio del 2023, lo studente autore della bravata aveva telefonato ai Vigili del Fuoco e lanciato un allarme bomba, dicendo che probabilmente era presente un ordigno pericoloso all’interno della sua scuola. I docenti, quindi, sono stati costretti a ordinare l’immediata evacuazione, prevista dal protocollo, per tutelare gli studenti e l’intero personale all’interno dell’istituto.

Dopo pochi istanti dal fatto, le Forze dell’Ordine erano riusciti a rintracciare l’alunno e certificare che non ci fosse alcuna bomba all’interno delle mura scolastiche. Successivamente, il ragazzo era stato sottoposto a processo dal Tribunale dei Minori dell’Aquila.

All’epoca, il gesto dello studente è stato visto come un “reato” a tutti gli effetti, poiché il procurato allarme, per la Legge, mette a repentaglio la tutela e sicurezza pubblica e del singolo individuo.

Infatti, in merito a ciò, la Legge italiana parla chiaro sul reato di procurato allarme e la regola dichiara:

Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’Autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a 516 euro”.

Tale normativa fa riferimento all’art. 658 del Codice Penale.

Altri falsi allarmi sul territorio nazionale  e dettagli sul reato

Sembra che la vicenda del ragazzo abruzzese non sia un caso isolato: molti alunni di diverse regioni e scuole in Italia attuano negli anni il reato di procurato allarme. Un caso eclatante è stato a Roma, dove un alunno ha ugualmente lanciato un fittizio allarme bomba solamente per evitare una verifica orale in una materia.

Questi gesti, sebbene siano considerati infantili e ingenui, in realtà sono perseguibili dalla Legge. Infatti, se un ragazzo dovesse lanciare un falso allarme bomba, potrebbe mettere a repentaglio l’incolumità e sicurezza collettiva, interferendo con le Autorità e i servizi di emergenza. Inoltre, ogni volta che intervengono i Vigili del Fuoco o le Forze dell’Ordine, viene “mosso” un servizio statale, comportando costi importanti e un’ organizzazione specifica delle stesse Autorità.

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