La festa che segna la fine dell’anno scolastico è uno dei momenti più attesi dagli studenti. I ragazzi hanno passato 9 mesi sui banchi, tra impegni di studio, interrogazioni e verifiche, e finalmente possono mettere un punto, seppur momentaneo, alle sveglie mattutine ed all’impegno che la scuola richiede. Partecipare al party di fine scuola è sicuramente piacevole, non solo per la festa in sé, ma anche per tutto quello che comporta. La scelta dell’abito perfetto, del make up, degli accessori e del tanto divertimento che si prospetta. Nel caso dello spiacevole episodio che si è verificato, gli studenti erano pronti per partecipare ad uno “schiuma party“, la cui sede era in discoteca.
Studenti di origine africana respinti dai buttafuori
Ed è così che, alle venti di un mercoledì sera, tre ragazzi di sedici anni si sono visti negare l’accesso al locale mentre erano in coda con il biglietto in mano – comprato come tutti gli altri loro coetanei da diversi giorni ormai – in attesa di varcare le transenne poste in prossimità dell’ingresso. Ma come è successo e perché il rifiuto? Facciamo un salto indietro. Siamo al Blackmoon (l’ex Patio) che sorge in corso Moncalieri. I tre ragazzi hanno visto entrare – come è normale che fosse – tutti i loro coetanei, ma al loro turno sono stati bloccati. L’unica differenza con chi li aveva preceduti è il colore della loro pelle. No, i buttafuori non lo hanno detto espressamente (se ve lo state chiedendo), ma i tre l’hanno chiaramente percepito.
Entrati grazie all’intervento dell””uomo bianco”
I ragazzi hanno tentato di entrare diverse volte, ricevendo ogni volta un rifiuto. Si è andati avanti così almeno per un’ora. Fino a quando, a sbloccare la situazione non è stata la provvidenziale telefonata ai loro genitori, in particolare al padre di uno di questi che si è recato personalmente presso il locale in compagnia di un amico che lavora nel settore della sicurezza dei locali. E’ stato solo a quel punto che i tre sono potuti entrare al party per il quale avevano pagato il biglietto di ingresso. Ovviamente l’episodio ha destato non pochi dissensi, anche tra i compagni dei ragazzi discriminati per il fatto di essere di colore.
Uno dei protagonisti della vicenda ha dichiarato che non avrebbe smesso di provare ad entrare, anche dopo i ripetuti rifiuti subiti. Il suo commento, postato su Facebook, non può che far riflettere: “solo l’intervento dell’uomo bianco ha consentito l’ingresso dei tre giovani africani”.
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