Ormai l’Intelligenza Artificiale è diventata uno strumento presente in molteplici ambiti, dal settore dei videogiochi a quello musicale e non solo. Infatti, in vista del celebre Festival di Sanremo, iniziato ufficialmente il 6 febbraio 2024, molti artisti, produttori e appassionati si pongono alcune domande: cosa succederebbe se l’AI venisse utilizzata nelle canzoni dell’evento? L’Intelligenza Artificiale potrebbe sostituire gli artisti e condizionare la loro creatività?
Dopotutto l’AI sta dimostrando di essere uno strumento molto potente e versatile, con moltissime potenzialità da cui trarre spunto. Rimangono dei sentiti dubbi su come potrebbe influire l’Intelligenza Artificiale in un ambito artistico come la musica. Infatti, sembra che l’IA stia oggi influenzando in parte l’industria musicale e gli effetti di composizione strumentale delle singole canzoni.
Prendendo in considerazione proprio il Festival di Sanremo, punto di riferimento della musica italiana, moltissimi si pongono una domanda in parte legittima, in merito al futuro dell’evento. Visto lo sviluppo costante e veloce dell’Intelligenza Artificiale, il festival sanremese prima o poi dovrà confrontarsi con la stessa AI, senza “eliminare” la verve creativa ed emotiva dei testi delle canzoni interpretate. Quindi, è possibile in parte tutelarsi dal punto di vista “legale”, per difendere l’operato degli artisti, compresi cantanti, musicisti e cantautori?
In merito all’argomento, l’avvocato e docente del SAE Institute di Milano, Paolo Catalano, ha espresso la sua opinione.
AI e il Festival di Sanremo: il parere di Paolo Catalano
Paolo Catalano è un illustre docente in Diritto d’Autore e di Immagine del SAE Institute milanese, il quale ha riferito la sua visione riguardo l’AI in un possibile evento musicale come il Festival di Sanremo. L’avvocato Catalano ha dichiarato:
“In un certo senso, l’Intelligenza Artificiale è già entrata a far parte del Festival, se guardiamo alle scelte “data-driven” fatte dall’industria musicale, ossia su quale artista puntare o come promuovere i brani degli artisti che si esibiranno sul palco di Sanremo. Credo che sentiremo ben presto brani di artisti concorrenti al Festival prodotti in tutto o in parte attraverso l’utilizzo di Intelligenza Artificiale”.
In merito a ciò, Paolo Catalano ritiene che uno strumento come l’AI non possa totalmente portare il pubblico e i telespettatori ad un approccio differente sulla competizione. Infatti, Catalano non “critica” in alcun modo l’Intelligenza Artificiale utilizzata all’evento musicale, ma esorta chi ne fa uso a un consapevole utilizzo artistico:
“La corretta chiave di lettura di questo fenomeno innovativo risiede proprio nell’intendere gli strumenti basati sull’AI come elementi di ispirazione per tutti i creativi, per trovare spunti o idee su cui meditare, senza affidare ad essi l’intero lavoro artistico”.
Secondo il docente, l’IA dovrebbe diventare un buon “compagno” strategico importante, in grado di aiutare sia cantanti, sia musicisti e compositori a realizzare opere uniche, creative e originali.
Dal punto di vista legale, però, l’avvocato Catalano specifica una tematica importante:
“I sistemi di AI possono generare contenuti molto simili a opere già realizzate da altri autori, e ciò determina l’insorgere di diverse questioni in materia di diritto d’autore. In Italia, ai sensi della LDA (Legge sul diritto d’autore) deve escludersi la paternità di un’opera realizzata dall’Intelligenza Artificiale. La stessa potrà essere tutelata soltanto ove sia dimostrabile l’originalità di quest’ultima quale opera dell’ingegno umano e sia chiaro ed identificabile il suo carattere creativo, ossia originalità e creatività, i due elementi essenziali, affinché un’opera sia proteggibile dal diritto d’autore italiano”.
Perciò, per difendersi da un cattivo utilizzo dell’AI nel campo musicale, Catalano consiglia di rendere più trasparenti e concreti gli accordi di licenza tra gli artisti e i software di Intelligenza Artificiale. Inoltre, tutti gli strumenti di IA dovrebbero essere costantemente controllati e ufficializzati. Tuttavia, l’avvocato e insegnante Catalano ritiene che non ci sia un rischio preoccupante che l’AI possa totalmente sostituire la creatività dell’uomo, poiché quest’ultima è caratterizzata da sensazioni ed emozioni specifiche che la stessa Intelligenza Artificiale non potrebbe riprodurre.