In una significativa giornata di confronto e riflessione, l’auditorium della scuola superiore “Ernesto Ascione” nel quartiere Borgo Nuovo a Palermo ha accolto Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo Borsellino. L’evento ha visto la partecipazione di circa 400 studenti, insieme a docenti e personale ATA, che hanno scelto di essere presenti nonostante fossero liberi dal servizio.
L’incontro si è configurato come un momento cruciale per trasmettere alle nuove generazioni messaggi di speranza, equilibrio e senso civico, attraverso le parole di chi ha vissuto in prima persona le conseguenze della lotta alla mafia. La presenza di Fiammetta Borsellino ha rappresentato un ponte tra la memoria storica e le aspirazioni future dei giovani studenti, creando un’atmosfera di profondo rispetto e naturale coinvolgimento.
Background storico e personale
Fiammetta Borsellino, la più giovane dei tre figli del giudice Paolo Borsellino, porta con sé un’eredità di straordinario valore morale. Il padre, ucciso dalla mafia in via D’Amelio il 19 luglio 1992, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della lotta alla criminalità organizzata.
Avevo 19 anni quando mio padre è stato ucciso, il mondo in cui siamo cresciuti era pieno di entusiasmo, gioia di vivere e di una passione travolgente
Le sue origini umili, provenienti dal quartiere Kalsa di Palermo, hanno profondamente influenzato i valori trasmessi ai figli. Una delle citazioni più significative del giudice Borsellino, “Si ama ciò che non ci piace per poterlo cambiare”, risuona ancora oggi come testimonianza di un impegno che va oltre il semplice dovere professionale, incarnando un’eredità di coraggio e determinazione che Fiammetta continua a portare avanti.
Il messaggio di Fiammetta
Il nucleo del messaggio di Fiammetta Borsellino agli studenti si concentra sulla consapevolezza che le scelte fondamentali nella vita possono essere compiute sin dalla giovane età.
“Sin da piccoli si può scegliere da che parte stare”, afferma con convinzione, sottolineando come questa decisione rappresenti il primo passo verso un percorso di integrità personale e responsabilità civica.
Richiamando l’esempio del padre Paolo, cresciuto nel quartiere popolare della Kalsa, Fiammetta evidenzia come i valori dell’umiltà e della semplicità siano stati pilastri fondamentali nella formazione del suo carattere e della sua missione. Questi principi, sottolinea, mantengono la loro importanza anche quando si raggiungono posizioni di prestigio o notorietà.
Il suo intervento si sviluppa come una riflessione profonda sul significato del dovere quotidiano, interpretato non come un peso ma come espressione di rispetto verso se stessi e la comunità. Attraverso il racconto della propria esperienza familiare, caratterizzata da entusiasmo e passione per il lavoro, Fiammetta trasmette agli studenti un messaggio di speranza e determinazione, evidenziando come le scelte individuali possano contribuire alla costruzione di una società più giusta e consapevole.
Interazione e reazioni nella scuola
L’incontro ha visto una partecipazione attiva e sentita degli studenti del quarto e quinto anno, insieme ad alcune classi terze dell’istituto Ascione. I giovani hanno posto numerose domande a Fiammetta Borsellino, dimostrando un profondo interesse per il suo messaggio.
La giornata si è arricchita di performance artistiche significative, con alcuni studenti che hanno presentato coreografie e brani musicali per dire “no alla mafia”, mentre altri hanno recitato poesie sul tema della legalità. Dalla balconata dell’auditorium spiccava uno striscione con la scritta “Viva la pace”, mentre uno studente girava per la sala con un cartello recante le parole “Tutti dobbiamo fare il nostro dovere”.
L’iniziativa, intitolata proprio “Fare il proprio dovere”, ha evidenziato come il messaggio di responsabilità civile e impegno personale sia stato pienamente accolto e interpretato dalla comunità scolastica.
Implicazioni sul contesto urbano e educativo
Il quartiere Borgo Nuovo, recentemente interessato dagli interventi di riqualificazione presentati dal sindaco Roberto Lagalla sul “modello Caivano”, rappresenta un esempio concreto di come il rinnovamento urbano debba procedere di pari passo con quello sociale. L’impegno della scuola, in sinergia con le famiglie e la comunità locale, si rivela fondamentale per promuovere un cambiamento positivo e duraturo nel tessuto sociale del quartiere.
Foto copertina via RaiNews