FILM DA VEDERE: 15 TITOLI TRADOTTI PEGGIO. Il titolo è probabilmente uno dei dettagli più importanti di un film da vedere dal punto di vista di chi quella pellicola la deve vendere e distribuire nelle sale. Per convincere gli spettatori e incuriosirli ogni mezzo è lecito, per cui una traduzione un po' furba può sempre starci, non saremo noi a fare i puristi. In alcuni casi, però, il lavoro dei traduttori è decisamente scadente o del tutto incomprensibile, e dà vita a delle madornali cantonate che rischiano di ritorcersi contro i poveri esercenti.
FILM DA VEDERE, TITOLI: LE PEGGIORI TRADUZIONI. Ecco allora la nostra lista dei 15 titoli di film peggio tradotti della storia del cinema.
- Sherlock Jr. – La palla n. 13 (1924): il grande capolavoro di Buster Keaton subisce un riadattamento alquanto oscuro basato su un piccolo dettaglio, nonostante il titolo originale fosse limpido.
- Stagecoach – Ombre rosse (1939): il western di John Ford assume un titolo intrigante in italiano, per quanto veramente poco attinente al semplice “la diligenza” americano.
- Citizen Kane – Quarto potere (1941): il capolavoro di Orson Welles ha un titolo esemplare, “il cittadino Kane”, che in italiano si concentra solo su un aspetto, quello del giornalismo.
- To Be Or Not To Be – Vogliamo vivere (1942): la semplice citazione shakespeariana del capolavoro di Lubitsch diventa un grido di ottimismo, forse un po' fuori luogo.
- 12 Angry Men – La parola ai giurati (1954): difficile mantenere il riferimento implicito alla giuria, ma almeno si poteva lasciare lo stato d'animo dei personaggi.
- Vertigo – La donna che visse due volte (1958): ovvero come fare spoiler nel titolo, peraltro uno dei più ambigui di tutta la filmografia di Hitchcock.
- Les Quatre Cents Coups – I 400 colpi (1959): primo supplizio per Truffaut. In francese il titolo è un'espressione che significa “fare il diavolo a quattro”. Tradotto letteralmente non vuol dire invece nulla.
- La Sirène du Mississipi – La mia droga si chiama Julie (1969): ancora il regista francese, ancora adattamenti del tutto fuori luogo, di un titolo peraltro molto semplice.
- Domicile conjugal – Non drammatizziamo… è solo questione di corna (1970): l'apice del martirio di Truffaut, la cui commedia viene accomunata alle nostre scemenze sexy di quegli anni.
- The French Connection – Il braccio violento della legge (1971): per una volta il titolo nostrano mantiene il suo fascino, ma fa perdere un po' la sorpresa nel vedere i metodi dei protagonisti.
- Dirty Harry – Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! (1971): la semplice denominazione del protagonista da noi diventa un'intera linea di dialogo dal suono roboante.
- Don't Look Now – A Venezia un dicembre rosso shocking (1973): thriller girato in Italia, e forse per questo da noi si preferì abbondare con dettagli inutili.
- Home Alone – Mamma ho perso l'aereo (1980): entrambi buoni in realtà, ma “da solo a casa” è un po' più ambiguo rispetto all'esplicativa traduzione libera italiana.
- Intolerable Cruelty – Prima ti sposo poi ti rovino (2003): primo caso di titolo italiano che pone delle condizioni allo spettatore. Avrebbe fatto scuola.
- Eternal Sunshine of the Spotless Mind – Se mi lasci ti cancello (2004): il titolo originale, citazione di una poesia di Alexander Pope, è effettivamente incomprensibile, ma quello italiano è davvero becero.
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(Foto: Intolerable Cruelty, courtesy of Universal Studios)