Formazione stem per docenti: opinioni contrastanti sul coinvolgimento delle università telematiche

Formazione STEM per docenti: critiche dal PD

Si accende il dibattito sul coinvolgimento delle università telematiche nella formazione dei docenti in materie STEM.
Formazione STEM per docenti: critiche dal PD
Si accende il dibattito sul coinvolgimento delle università telematiche nella formazione dei docenti in materie STEM.

Un avviso pubblicato il 14 novembre 2024 ha acceso il dibattito sul coinvolgimento delle università telematiche nella formazione dei docenti in materie STEM. Le deputate Anna Ascani e Manuela Manzi hanno presentato un’interrogazione parlamentare ai Ministeri per la famiglia e dell’università, esprimendo preoccupazioni sulla qualità formativa.

Il bando in questione stanzia 4 milioni di euro per progetti formativi destinati ai docenti delle scuole secondarie, con l’obiettivo di innovare le strategie didattiche e diffondere competenze scientifico-tecnologiche, specialmente tra le studentesse, tradizionalmente sottorappresentate in questi ambiti.

Dettagli dell’iniziativa formativa

Il bando stanzia 4 milioni di euro destinati a università pubbliche e private per sviluppare progetti di formazione per docenti delle scuole secondarie. Ogni progetto può ricevere tra 100mila e 300mila euro per attività mirate all’aggiornamento metodologico e strategico nell’insegnamento delle discipline STEM.

Dubbi sollevati dal PD

Le deputate democratiche hanno evidenziato come l’insegnamento STEM richieda un ambiente pratico e laboratoriale, difficilmente realizzabile solo con strumenti digitali. Hanno inoltre sottolineato che, in un contesto di scarse risorse, sarebbe più opportuno privilegiare le università pubbliche, già alle prese con tagli di bilancio.

Risposta del governo

Il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella ha difeso con fermezza la partecipazione degli atenei telematici ai progetti formativi STEM. Il Governo ha ribadito che gli 11 atenei telematici riconosciuti operano rispettando pienamente i requisiti imposti dal Ministero dell’Università e della Ricerca e dall’ANVUR.

Un punto centrale della difesa è che la normativa vigente non prevede alcun tipo di discriminazione tra università tradizionali e telematiche. Escludere queste ultime dai finanziamenti rappresenterebbe, secondo il Ministro, una violazione del principio di pari dignità tra i diversi sistemi formativi, creando ingiustificate disparità di trattamento nell’accesso alle risorse pubbliche.

Controlli sulla qualità dei progetti formativi

Nel quadro dell’iniziativa per la formazione STEM, il Ministero ha assicurato un rigoroso processo di valutazione delle proposte presentate. La commissione esaminatrice valuterà con particolare attenzione che i progetti rispettino i criteri di innovazione didattica e rispondano concretamente agli obiettivi prefissati dal bando.

Questo sistema di controllo mira a garantire che la formazione offerta ai docenti, indipendentemente dalla tipologia di ateneo proponente, mantenga standard qualitativi elevati. La verifica dell’adeguatezza metodologica risulta fondamentale soprattutto per discipline STEM, dove l’efficacia dell’insegnamento dipende fortemente dall’approccio pedagogico adottato e dalla sua capacità di trasferirsi concretamente nella pratica didattica quotidiana.

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