Con l’avvento della Dad e la pratica dello smart working, le occasioni insolite non sono mancate: gente vestita di tutto punto dalla cintola in su (ma con sotto i pantaloni del pigiama) per la video call di turno; bimbi urlanti come sottofondo di un colloquio di lavoro in streaming. Siparietti simpatici il più delle volte in grado di strappare un sorriso, nulla di più. Ma non è andata così ad una docente cinese, che è stata addirittura licenziata. Cosa è successo?
Docente licenziata per gatto durante Dad
Facciamo un passo indietro, fino allo scorso giugno. Luo, questo il nome della donna, ha iniziato a lavorare a distanza facendo delle lezioni di insegnamento a domicilio online utilizzando lo streaming live. Il tutto, su richiesta del suo datore di lavoro. Dopo i primi tre mesi, la compagnia ha confermato a Luo di essere soddisfatta del suo lavoro. Ma evidentemente qualcosa è andato per il verso storto.
Nel pieno di una lezione in streaming, durante la Dad il gatto delle docente è comparso sullo schermo per ben 5 volte. Il tribunale locale non ha chiarito se Luo avesse notato il suo amico a 4 zampe o meno, ma ha detto che i suoi studenti l’hanno visto. Difatti, uno di questi ha scritto nei commenti “Cosa si sta muovendo?”
Ebbene, a causa delle apparizioni del felino, la società di tecnologia dell’istruzione che gestiva le classi virtuali ha licenziato la docente. Alle motivazioni ha aggiunto che la donna avrebbe preso parte ad attività “non didattiche” mentre era in servizio, e che avrebbe anche accumulato 10 minuti di ritardo sull’inizio di quella successiva.
La docente vince ricorso e ottiene risarcimento
Ovviamente, tale decisione non è andata a genio alla professoressa. La donna ha dapprima impugnato la decisione in arbitrato. Ma la società si è rifiutata di accettare l’ordine di risarcire l’insegnante tramite impugnazione in tribunale. La vicenda è quindi passata sotto il potere decisionale del giudice Liao Yajing del tribunale del popolo di Guangzhou Tianhe.
E qui la grande sorpresa: possiamo dire che, rifiutando di accettare l’ordine di revocare l’ingiusto licenziamento, la società si sia data la zappa sui piedi. Il tribunale ha infatti chiarito che i datori di lavoro che permettono ai propri dipendenti di lavorare da casa, non possono aspettarsi le medesime condizioni di un ufficio.
Così come sottolineato dal giudice:
“Le regole del datore di lavoro non dovrebbero solo essere conformi alle leggi, ma dovrebbero anche essere eque e ragionevoli”
Lou si è vista quindi riconoscere un risarcimento di 40.000 yuan (pari a circa $ 6.000). Per la serie “tutto è bene quel che finisce bene”.
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