In Brianza il progetto sperimentale con protagonisti i genitori
Cosa succede se tuo figlio non può usufruire del trasporto scolastico perché il numero degli alunni che ne ha bisogno supera quello previsto dall’offerta? Considerato il fatto che l’alternativa “non mandarlo a scuola” non è neanche lontanamente ammissibile, ti ingegni. Tu, insieme ad altri genitori nelle tue stesse condizioni. Ed è così che a Desio, in Brianza, sta per partire un progetto sperimentale per fare fronte a questa “emergenza”. Progetto che coinvolgerà i genitori, che dovranno diventare autisti per accompagnare i figli propri, e altrui, a scuola.
11 bambini in lista d’attesa
Ma facciamo un passo indietro. Perché si è giunti a questa soluzione? Così come ha fatto sapere l’assessore ai Servizi scolastici Andrea Civiero, intervistato da “Monza Today”, relativamente alla scuola Pertini, le richieste di adesione al servizio di trasporto durante l’anno scolastico 2024-25 oramai alle porte, sono state numericamente maggiori rispetto all’offerta.
Si è così venuta a creare una lista di attesa di ben 11 bambini. Un numero non indifferente di alunni che necessita di essere accompagnato a scuola ogni mattina. E sul quale non si poteva soprassedere. Si tratta di una situazione che necessita naturalmente di una soluzione definitiva, ma che nel frattempo sembra essere stata “risolta” grazie alla disponibilità di alcuni genitori. In previsione dell’apertura dell’istituto, verrà promosso un servizio di car pooling tra i genitori.
Il progetto di car pooling
Di cosa si tratta? Il car pooling è una pratica già ampiamente collaudata tra colleghi di lavoro e persone che effettuano lo stesso (o più o meno uguale) itinerario per recarsi sul posto di lavoro e non solo. Si tratta di una sorta di condivisione dell’auto tra più persone che, tra i suoi vantaggi, ha anche quello di ridurre i costi di trasporto e l’impatto ambientale. Invece di viaggiare da sole, più persone condividono un’auto per raggiungere la stessa destinazione o una destinazione simile. In questo caso cade a pennello come soluzione ad una situazione critica.
Come funzionerà? Ogni mattina, gli alunni che effettuano lo stesso tragitto per andare a scuola, viaggeranno sulla stessa auto… gentilmente concessa da un genitore, che farà così da autista. Con una serie di positivi risvolti della medaglia: riduzione del traffico, risparmio del carburante, meno emissioni e meno inquinamento. Oltre che un aspetto che a primo impatto non si considera: il fatto di condividere il viaggio può rendere il pendolarismo meno stressante e noioso. Specie se i tratti da percorrere in auto sono lunghi.
I volontari riceveranno un incentivo
Per favorire l’adesione, chi offrirà la propria disponibilità riceverà un incentivo. Incentivo che verrà valutato e che potrà essere di diversa forma. Inutile sottolineare come il progetto favorirà un clima di collaborazione tra le famiglie, la possibilità di interazione e, magari, di nuove amicizie tra i ragazzi. Oltre che un netto risparmio di tempo e denaro per molti. L’iniziativa, nella fase iniziale di rodaggio, sarà coordinata dal comune. Successivamente, presa la mano, saranno i genitori a offrire o chiedere passaggi in maniera del tutto autonoma.
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Foto di frank mckenna su Unsplash