Da Natale in casa Cupiello a Natale in casa Meloni. Per Giorgia Meloni, infatti, chi non vuole il presepe deve andare a lavorare il 24, il 25 e pure a Santo Stefano. E' la provocazione che il presidente di fratelli d'Italia lancia dagli studi di Domenica Live, dove ieri era ospite.
Dimenticando che in molti il 24 lavorano a prescindere dall'essere o meno affezionati a pecorelle, ruscelli mossi da motorini elettrici, buoi ed asinelli, e che chi non vuole il presepe negli uffici pubblici non è detto che non lo desideri costruire a casa, la Meloni cerca di risvegliare la coscienza cristiana di chi ascolta da casa, probabilmente da un divano, mezzo assonnato causa infernale digestione da post pranzo domenicale, e che magari, più che una provocazione melonesca, desidererebbe un limoncello.
"Chi non vuole il presepe vada a lavoro il 24, il 25 ed il 26" ha dichiarato la Meloni, per la quale il Natale o lo festeggi oppure vai a lavorare. Tertium non datur.
Perentoria la posizione della Meloni anche rispetto al presepe a scuola. Le famiglie che vanno in istituti che non lo hanno allestito facciano andare i propri figli a scuola con una statuina.
Peccato che nessuno le abbia cheisto la fatiica domanda: "Giorgì, te piace o' presepe?".