Valditara: “La battaglia per combatterla inizia dalla scuola”
Oggi, 25 novembre, si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999 per sensibilizzare il mondo su un tema troppo spesso trascurato e sottovalutato. La data ricorda il brutale assassinio delle sorelle Mirabal, uccise nella Repubblica Dominicana per il loro coraggio nel fronteggiare la dittatura di Rafael Trujillo.
Oltre a commemorare le vittime della violenza di genere, questa giornata è un’occasione per riflettere su come prevenire e combattere un problema di sempre più pressante attualità. Per il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e altri rappresentanti delle istituzioni, il punto di partenza è chiaro: la scuola.
La scuola come terreno di cambiamento
“La battaglia contro la violenza sulle donne inizia dalla scuola” ha dichiarato il Ministro Valditara in un videomessaggio diffuso per l’occasione. Il Ministro ha sottolineato la necessità di combattere ogni forma di violenza e discriminazione, definendole espressioni inaccettabili di una cultura maschilista.
“Sicurezza, libertà, dignità per ogni donna: questo è il nostro impegno. Abbiamo introdotto l’educazione al rispetto verso la donna come obiettivo obbligatorio e curriculare” ha continuato Valditara, invitando le giovani a non avere paura di denunciare: “La scuola sarà sempre al vostro fianco”.
Il messaggio del Ministro trova eco nelle parole di Paola Frassinetti, sottosegretario all’istruzione e al merito, che ha ribadito l’importanza di insegnare il rispetto già dalla prima infanzia “Insegnare che l’amore non è mai possesso, che nessuno può pensare di possedere un’altra persona” ha dichiarato, evidenziando come il controllo economico sia spesso la prima forma di violenza, preludio a quella fisica. La sottosegretaria ha inoltre proposto l’inserimento dell’educazione finanziaria nei programmi di educazione civica per contrastare la violenza economica “È anche importante l’inserimento in educazione civica dell’educazione finanziaria per contrastare la violenza economica che le donne spesso subiscono, isolare la donna e renderla succube economicamente è il primo passo verso la violenza fisica. Bisogna che ci sia un impegno comune per contrastare questa vergognosa piaga della violenza sulle donne”.
Educare per prevenire
La scuola non è solo un luogo di istruzione, ma anche uno spazio in cui si formano i valori e le competenze sociali. Introdurre programmi educativi dedicati al rispetto, all’uguaglianza di genere e all’autonomia economica è un passo fondamentale per costruire una società più equa e inclusiva.
Il rispetto reciproco, l’empatia e l’educazione civica sono strumenti essenziali per scardinare stereotipi e modelli culturali che perpetuano la violenza perché la violenza sulle donne non è un problema che riguarda solo le vittime: è una questione che tocca l’intera società.
La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne non deve essere solo una data simbolica, ma un’occasione per rinnovare l’impegno verso un cambiamento culturale e strutturale e la scuola, in questo delicato scenario, è chiamata a svolgere un ruolo cruciale, educando le nuove generazioni al rispetto, alla libertà e alla dignità di ogni persona.
Perché il 25 novembre?
La scelta di questa data non è casuale. Il 25 novembre del 1960, le sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal furono brutalmente uccise; la loro morte venne inizialmente mascherata come un incidente stradale, ma la verità emerse rapidamente: si trattava di un triplice femminicidio. Note come “Las Mariposas” (le Farfalle), le tre donne erano attiviste contro il regime dittatoriale di Trujillo e il loro sacrificio contribuì a scalfire il regime e a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di tutelare i diritti delle donne. Oggi, il ricordo delle Mirabal è un simbolo universale di resistenza contro ogni forma di oppressione e violenza di genere.