Oggi, 12 aprile 2021, ricorre la Giornata mondiale dei viaggi dell’uomo nello spazio. Chiedersi chi sia Yuri Gagarin è più che lecito. A quest’ultimo è difatti legata la data nella quale si celebra uno dei più grandi traguardi dell’uomo, ovvero quello di aver effettuato un volo spaziale. Proclamata nell’ambito della 65esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 7 aprile 2011, siamo giunti al sessantesimo anniversario dal primo volo spaziale.
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Giornata mondiale dell’uomo nello spazio
Il 12 aprile 1961, l’uomo portò il primo abitacolo fuori dal pianeta, in assenza di gravità, nel cosmo. La risoluzione dell’Assemblea Nazionale delle Nazioni Unite ha definito questo un giorno “per celebrare ogni anno a livello internazionale l’inizio dell’era spaziale per l’umanità, riaffermando l’importante contributo della scienza e della tecnologia spaziale al raggiungimento dello sviluppo sostenibile obiettivi e aumentare il benessere degli Stati e dei popoli, oltre a garantire la realizzazione della loro aspirazione a mantenere lo spazio esterno per scopi pacifici“.
Chi era Yuri Gagarin
Senza girarci troppo intorno, il sovietico Yuri Gagarin è stato il primo uomo a volare nello spazio. Ha fatto parte dell’equipaggio della missione Vostok 1 nel 1961, la quale ha completato un’orbita attorno alla Terra per oltre 108 minuti a bordo della sonda Vostok 3KA, lanciata dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan. Era il Il 12 aprile 1961 quando l’uomo divenne il primo essere umano a viaggiare nello spazio. Alle 9:07, in fase di decollo, il pilota pronunciò questa sola parola (che divenne immediatamente iconica) “Poyekhali!” (“Andiamo!”). L’unica successiva affermazione attribuita a Gagarin durante il volo è stata: “Il volo procede normalmente, sto bene.”
La fama
Inutile dire come, a missione compiuta, Gagarin sia diventato immediatamente una celebrità in tutto il mondo. L’Unione Sovietica gli conferì il titolo di Eroe. “Duro colpo” per gli Stati Uniti che, avendo programmato il loro primo volo spaziale per il maggio 1961, furono battuti sul tempo dalla Russia. Se il decollo fu tranquillo, l’atterraggio si concluse quasi in un disastro. I cavi che collegavano il modulo di discesa del Vostok e il modulo di servizio non si separarono correttamente: ciò provocò importanti scosse nel rientro nell’atmosfera terrestre. Gagarin fu espulso prima dell’atterraggio, paracadutandosi in sicurezza vicino al fiume Volga.
La morte
In seguito alla fama conseguita l’uomo ebbe problemi di alcolismo, anche se alla fine degli anni ’60 tornò in careggiata e fu scelto come pilota di riserva per la missione Soyuz 1 (due astronavi sovietiche avrebbero dovuto incontrarsi nello spazio). Ma qualcosa andò storto ed il collega ed amico di Yuri, Vladimir Komarov, morì davanti ai suoi occhi in quanto il suo paracadute non si apri. Lo stesso Yuri, purtroppo, morì un anno dopo, esattamente il 27 marzo 1968, quando il caccia MiG-15 sul quale stava volando insieme a Vladimir Seryogin, si schiantò nei pressi di una cittadina vicino Mosca. Non sono tutt’oggi certe le cause dell’incidente.
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