Giovani e Social, una dipendenza sempre più pericolosa - Studentville

Giovani e Social, una dipendenza sempre più pericolosa

Giovani e Social, una dipendenza sempre più pericolosa

La psicologa Francesca Cardini lancia l’allarme: i social stimolano la dipendenza e minano l’autostima dei più giovani.

La dipendenza dai social network è un tema sempre più attuale, specialmente quando si parla dei più giovani. La psicologa Francesca Cardini ha recentemente condiviso su Facebook un video in cui racconta il suo punto di vista, esprimendo notevoli preoccupazioni per l’impatto che un utilizzo senza controllo dei social, spesso incentivato dai genitori, può avere sulle menti più fragili, alimentando anche una pericolosa ricerca di approvazione digitale.

“Stimolare la ricerca di conferme sui social significa creare una dipendenza” ha dichiarato Cardini, sottolineando come il valore attribuito a numeri quali like, followers o visualizzazioni influisca negativamente sull’autostima: “L’approvazione sociale è un bisogno naturale, ma il contesto digitale lo trasforma in qualcosa di estremamente distorto”.

I bambini iniziano a cercare il riconoscimento dei pari, ma l’approvazione online non si basa su relazioni reali, bensì su un sistema che riduce l’identità personale a un semplice numerino “Sui social, ognuno diventa un prodotto che deve suscitare emozioni piacevoli per essere seguito. Questo crea una forma di dipendenza pericolosa, specialmente nei minori, che non hanno ancora sviluppato una piena consapevolezza di sé. Essenzialmente è la ricerca e la conquista di un numerino, che siano i cuori, che siano i followers, che siano le visualizzazioni. Quel numerino simbolicamente ha un significato in termini di approvazione sociale” ha continuato la psicologa.

Sharenting e baby influencer: verso nuove regole per tutelare i minori

L’esposizione dei bambini sui social, fenomeno noto come sharenting, è un altro tema centrale nelle riflessioni sulla dipendenza digitale. Spesso i genitori condividono immagini o promuovono i profili dei figli per ottenere approvazione o visibilità, ma questa pratica può avere conseguenze pericolose per i minori esposti.

La mancanza di regolamentazioni chiare ha spinto il Parlamento italiano a presentare diversi disegni di legge con l’obiettivo di disciplinare aspetti come l’età minima per accedere ai social, il diritto all’oblio per i minori e la gestione dei proventi derivanti dalle attività online dei baby influencer. Attualmente, sono stati depositati quattro disegni di legge alla Camera dei deputati e tre al Senato. Tra questi, spiccano il ddl baby influencer-sharenting (numero 1771) e la proposta bipartisan che vede come prime firmatarie Marianna Madia (PD) alla Camera e Lavinia Mennuni (FdI) al Senato. Le proposte puntano non solo a proteggere i minori dagli abusi digitali, ma anche a definire un quadro giuridico più chiaro per le loro attività online.

Il pericolo di un’autostima digitale

L’allarme lanciato dalla psicologa Cardini va ben oltre la questione legislativa, toccando il cuore del problema: la costruzione dell’autostima nei minori. “I bambini non hanno ancora un’autostima consolidata. Esporre minori sui social con l’obiettivo di suscitare approvazione sociale è pericoloso, non hanno gli strumenti psicologici per fare questo in mondovisione e per gestire l’approvazione sociale. Stimolare la ricerca di conferma sui social significa creare una dipendenza. Manca tutto l’aspetto della relazione. Sui social un bambino è in balia delle risposte degli altri”.

Il fenomeno dei genitori che acquistano pacchetti di followers per i figli, sebbene possa sembrare un gesto innocuo o persino affettuoso, riflette una cultura che pone l’apparenza e la visibilità al di sopra del valore personale. Una cultura che, senza adeguati strumenti educativi e normativi, rischia di lasciare segni indelebili sulle future generazioni.

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