In un futuro non così lontano, l’Intelligenza Artificiale troverà un proprio sviluppo in molteplici settori, soprattutto nell’ambito dei videogiochi. Oggi, moltissimi esperti e videogiocatori, anche molto giovani, si chiedono quali potranno essere gli aspetti positivi e negativi tra l’AI e la realtà virtuale.
Moltissime persone, di differenti età, talvolta preferiscono passare il tempo libero giocando con la propria console o al pc, piuttosto che uscire in compagnia con amici o parenti, con l’intento di condividere del tempo collettivo, facendo anche nuove conoscenze. Questo elemento potrebbe essere, in parte, una conseguenza dell’esponenziale sviluppo dell’AI, in grado di rendere molto più immersivo e accattivante un videogioco, portando ad un maggiore isolamento personale.
Diversi esperti del settore e ricercatori, tra cui la Dottoressa Claudia Molinari, insegnante di Art Theory e Visual Design al SAE Institute di Milano, ha espresso il suo parere riguardo tutti gli aspetti positivi e negativi dell’Intelligenza Artificiale utilizzata nel settore del gaming.
Secondo una ricerca promossa dal Dipartimento delle Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con l’Istituto Superiore della Sanità, ha comunicato un dato interessante e al contempo su cui riflettere. Lo studio ha registrato su un campione di 8.700 giovani tra gli 11 e 17 anni di età che circa il 12% rischia di provocare una forte dipendenza e conseguenti disturbi dall’uso di videogames. Inoltre, su 100.000 studenti in Italia, circa 99.600 sono dipendenti dai social media e dalla realtà virtuale.
E’ bene specificare utilizzare i videogiochi non sviluppa “obbligatoriamente” dei disturbi ai videogiocatori, ma forse l’eccessivo utilizzo e una cattiva gestione potrebbe portare a delle complicazioni comportamentali e sociali.
Quali eventuali rischi e potenzialità ci sono nell’AI per il gaming?
Il settore dei videogiochi sta ormai diventando un ambito molto ampio, complesso e immersivo, grazie in parte alla presenza dell’AI. Per questo, secondo moltissimi esperti, come in ogni cosa, ci sono degli aspetti positivi e negativi, i quali devono essere presi in considerazione. In merito a ciò, l’esperta Claudia Molinari, creative director e producer di moltissimi prestigiosi progetti e studi sul gaming come We Are Muesli, ha espresso la sua visione.
Per quanto riguarda i vantaggi dell’Intelligenza Artificiale nel gaming, la Dottoressa Molinari ha dichiarato che sicuramente ci sono molteplici aspetti costruttivi, come un miglioramento del gameplay e della grafica, con un maggiore realismo molto vicino ai linguaggi e contesti naturali. Inoltre, l’AI permette all’utente o al videogiocatore di personalizzare meglio il contesto di gioco, garantendo più adattabilità e rispettando maggiormente le esigenze di chi gioca. Anche dal punto di vista della sicurezza l’AI può aiutare molto un “gamer”, poiché grazie ad essa è possibile praticare dinamiche anti-cheat, ovvero un rilevamento di eventuali inganni nei giochi online. Ciò, secondo la Molinari, potrebbe contribuire a gestire un contesto di gioco maggiormente sicuro e trasparente.
Gli aspetti negativi dell’Intelligenza Artificiale, invece, corrispondono a un mancato equilibro che concerne l’uso degli stessi videogames. Da non sottovalutare i molteplici casi di isolamento sociale che possono provocare i videogiochi se non utilizzati in modo costruttivo. Un esempio è il caso dei celebri hikikomori, ossia giovani vittime di un estremo isolamento sociale volontario, i quali passano quasi tutte le ore della giornata a giocare ai videogames. Infatti, sono stati registrati oltre 35.000 casi di hikikomori tra i più giovani, con una maggioranza femminile.
L’approccio “educativo” dell’AI nei videogiochi
Tuttavia, secondo Claudia Molinari e altri esperti, l’Intelligenza Artificiale nel gaming ha comunque dei limiti. A tal proposito, la docente della SAE Institute di Milano ha dichiarato in una intervista:
“Mi piacerebbe, un domani, vedere più giochi che utilizzano l’AI per interrogare l’etica, per poter mettere le persone giocanti in situazioni che possono davvero far crescere la loro curva di apprendimento rispetto a tematiche sociali. Tuttavia, è necessario piuttosto creare giochi accessibili, inclusivi e rappresentativi di una pluralità. Si tratta di un obiettivo ambizioso che, secondo me, un’AI non è in grado di raggiungere. Sicuramente può fornire al team di sviluppo un canovaccio da cui partire, un setting ideale; poi è necessario un lavoro umano per riuscire a rendere i giochi più vicini alle Persone con la P maiuscola, poiché intese nella loro pluralità.”
Da considerare interessante questa visione “educativa” dell’esperta Molinari, poiché se l’AI venisse considerata una risorsa piuttosto che una svolta puramente “commerciale” e tecnologica, porterebbe a un buon incremento culturale, educativo e sociale.
Insomma, sembrerebbe che l’AI sia un tema molto importante su cui riflettere, soprattutto per le potenzialità che potrebbe portare in diversi settori, soprattutto in quello del gaming. Con un maggiore controllo e consapevolezza nel suo utilizzo, l’Intelligenza Artificiale potrebbe divenire un grande strumento costruttivo per l’uomo.