Gli storici criticano le nuove indicazioni nazionali

Gli storici criticano le nuove Indicazioni Nazionali

Le nuove Indicazioni nazionali pubblicate dal ministero dell'Istruzione hanno suscitato polemiche nel mondo scolastico italiano, generando aspre critiche.
Gli storici criticano le nuove Indicazioni Nazionali
Le nuove Indicazioni nazionali pubblicate dal ministero dell'Istruzione hanno suscitato polemiche nel mondo scolastico italiano, generando aspre critiche.

Le nuove Indicazioni nazionali pubblicate recentemente sul sito del ministero dell’Istruzione e del Merito hanno scatenato un’ondata di polemiche nel mondo scolastico italiano. Il documento, che definisce le linee guida per l’insegnamento delle varie discipline, è stato immediatamente oggetto di aspre critiche da parte di sindacati, associazioni di categoria ed esperti del settore.

La pubblicazione, avvenuta a marzo 2025, ha dato vita a un acceso dibattito che coinvolge diversi aspetti del sistema educativo, dalla libertà didattica degli insegnanti fino ai contenuti specifici delle materie. Particolarmente significativa è stata la mobilitazione di numerose organizzazioni che hanno evidenziato problematiche sia nei contenuti proposti che nelle modalità di consultazione adottate dal ministero.

Critiche degli storici

La Società italiana per lo studio della storia contemporanea (Sisco) ha formalmente contestato le nuove indicazioni attraverso un documento dettagliato. Gli esperti denunciano il “carattere prescrittivo” di un testo che, anziché offrire linee guida flessibili, sembra voler “colonizzare la manualistica scolastica” con programmi rigidamente strutturati.

Particolarmente critica è la posizione verso quella che definiscono una pedagogia “fortemente nostalgica del Novecento” e “anacronistica”. Secondo Sisco, il tentativo di contrastare le lacune storiche degli studenti attraverso un ritorno al nozionismo appare “datato e velleitario”, inadeguato a risolvere un problema legato principalmente allo “schiacciamento su un eterno presente”.

Controversie sulla consultazione e sul metodo

La modalità di consultazione adottata ha sollevato forti critiche da parte di numerosi organismi scolastici. La segretaria nazionale della Cisl Scuola, Ivana Barbacci, ha definito la consultazione “di facciata”, paragonandola a quanto già accaduto nel 2014-15 con la legge 107.

Il problema principale risiede nello spazio limitato concesso per esprimere osservazioni: appena 250 caratteri per commentare un documento di 150 pagine, una vera “mission impossible”. I sindacati denunciano come la formulazione dei quesiti “incanali” le risposte in una direzione predeterminata, trasformando le Indicazioni nazionali in un terreno di scontro ideologico anziché di confronto costruttivo finalizzato a risultati condivisi.

Implicazioni per la didattica storica

Tra gli aspetti più problematici delle nuove Indicazioni emerge la distribuzione squilibrata dei contenuti storici. Gli esperti di Sisco evidenziano come il programma della seconda elementare dedichi uno spazio eccessivo al periodo tra il Risorgimento e i primi anni dell’Unità d’Italia, creando una sproporzione nell’economia complessiva dell’insegnamento.

Particolarmente grave appare l’omissione del passaggio dal regime fascista al sistema democratico, con la Costituzione presentata quasi come un elemento avulso dal suo contesto storico, “un fungo che nasce spontaneamente”. Gli storici denunciano inoltre il tentativo di rispondere all’ignoranza dei contenuti storici nelle nuove generazioni attraverso un semplice ritorno al nozionismo, approccio considerato tanto datato quanto inefficace per contrastare il drammatico schiacciamento della coscienza storica su un “eterno presente”.

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