Attori italiani contro Netflix: il caso
Il successo di Netflix è sotto gli occhi di tutti: basti pensare al recente record di “Era Ora“, il film diretto da Alessandro Aronadio, con protagonisti Edoardo Leo e Barbara Ronchi, che ha conquistato la prima posizione della classifica mondiale diventando nella settimana dal 13 al 19 marzo il film in lingua non inglese più popolare sulla famosa piattaforma di streaming. Però già il 15 aprile del 2021 in conferenza stampa Artisti 7607, ovvero la società di collecting fondata da Elio Germano, Neri Marcorè, Claudio Santamaria, Michele Riondino, Alberto Molinari, Carmen Giardina e che attualmente rappresenta migliaia di artisti, denunciava la chiusura negoziale da parte delle piattaforme di streaming che sfruttano le opere audiovisive protette senza dare alle società di collecting i relativi dati di sfruttamento e quindi dare agli attori un compenso “adeguato e proporzionato”.
Attori italiani contro Netflix: la denuncia
Ora invece gi Artisti 7607 ha dato incarico ai propri avvocati di far partire una azione legale proprio contro Netflix. “È l’inevitabile conseguenza – ha fatto sapere la presidente Cinzia Mascoli – di sterili e lunghe trattative nel corso delle quali la piattaforma non ha ottemperato agli obblighi di legge, non ha fornito dati completi e relativi allo sfruttamento di opere audiovisive, alle visualizzazioni e ai ricavi conseguiti in diverse annualità. Tutti elementi indispensabili per ottenere una remunerazione adeguata e proporzionata per gli Artisti“. “Anche per opere di grande successo gli artisti si vedono corrispondere cifre insignificanti e totalmente slegate dai reali ricavi – ha aggiunto la Presidente Mascoli – e ci aspettiamo sostegno e vigilanza da parte delle istituzioni per tutelare i nostri diritti. Le norme oggi ci sono, bisogna solo farle rispettare“.
Attori italiani contro Netflix: la solidarietà a SIAE
Artisti 7607 punta i riflettori sugli artisti che si vedono corrispondere cifre insignificanti in merito a grandi opere. Impossibile non fare riferimento al caso SIAE con Meta. “Siamo profondamente solidali con gli autori e i musicisti Siae – ha concluso Paolo Calabresi, socio fondatore di Artisti 7607 e Consigliere di UNITA – e da tempo consapevoli di dovere contrastare lo strapotere delle grandi piattaforme streaming per tutelare, nel nostro settore, la dignità professionale e i diritti degli artisti interpreti“. Ricordiamo che qualche giorno fa è sparito tutto il catalogo musicale da Facebook e da Netflix in quanto non è stato rinnovato l’accordo tra l’azienda di Mark Zuckerberg e SIAE che ha fatto sapere che non accetterà imposizioni da un soggetto che sfrutta la sua posizione di forza per avere risparmi a danno dell’industria creativa italiana.