Braille: l’alfabeto per i non vedenti
Oggi parleremo dell’alfabeto Braille, quel tipo di alfabeto per i non vedenti inventato grazie all’intuizione di Louis Braille il quale, per primo, è riuscito a riscontrare delle potenzialità nei polpastrelli che, secondo lui, rappresentano una potente arma di espressione per chi, come i non vedenti, ha problemi alla vista. Esistono persone totalmente non vedenti, oppure persone con capacità visive limitate e, in entrambi i casi, l’uso dell’alfabeto Braille è fondamentale. Anche i vedenti possono, e dovrebbero, imparare ad utilizzare il Braille in caso di presenza in famiglia di persone con problemi alla vista. Alcuni di voi ne avranno sicuramente sentito già parlare, altri no ed è per questo che vogliamo portarvi anche in questo mondo, per scoprire sempre cose nuove.
Alfabeto Braille: com’è composto e da cosa è caratterizzato
Prima di passare al nocciolo della questione, ovvero prima di parlare e scoprire come si legge l’alfabeto Braille, vogliamo scoprire insieme a voi com’è composto e da cosa è caratterizzato. Prima di tutto dobbiamo specificare, se ancora non fosse chiaro, che il senso coinvolto in questa lettura è il tatto e, in particolare, giocano un ruolo fondamentale i polpastrelli. L’intuizione di Braille è caratterizzata da un sistema di segni che si basa su sei puntini che sono posti su due colonne di tre puntini ciascuna. Ogni carattere è composto dalla combinazione e dalla collocazione dei diversi puntini nello spazio, rappresentato da un rettangolino di 2mm per 3 mm, per un massimo di sei punti e un minimo di uno, fatta eccezione del simbolo dello spazio che viene indicato da un rettangolino vuoto. Le forme che si ottengono dalla combinazione dei diversi punti risultano essere molto comprensibili per chi fa uso del braille che rimane, almeno fino a questo momento, il sistema di lettura e scrittura per non vedenti più usato e più efficace.
Alfabeto Braille, come si legge
Le prime dieci lettere dell’alfabeto, dalla A alla J, rappresentano i segni originali e da queste derivano, via dicendo, tutte le altre. Infatti, se si aggiunge il punto tre si possono ottenere le lettere che vanno dalla K alla T per poi arrivare alla Z aggiungendo i punti tre e sei. La lettera dell’alfabeto W fa eccezione, essa si ottiene aggiungendo il punto sei alla decima lettera dell’alfabeto; ciò deriva dal fatto che la lettera, inizialmente, non faceva parte dell’alfabeto francese ed è stata aggiunta solo più tardi. Le lettere maiuscole si ottengono si ottengono facendo precedere la lettera minuscola da un segno specifico di maiuscola. Infine per quanto riguarda i numeri, si ottengono utilizzando le prime dieci lettere dell’alfabeto che assumono il significato di numero dal segno specifico, detto segnanumero, che le precede.
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