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Come studiare classico latino

Come studiare classico latino

Come studiare latino. Studiare classico latino non significa solo imparare a memoria la traduzione del brano, ma contestualizzarlo e farne una buona analisi: ecco come fare!

COME STUDIARE LATINO: CLASSICO LATINO. Il programma di latino al liceo prevede non solo lo studio della grammatica latina e della letteratura latina, ma anche la traduzione e analisi di alcuni autori classici: il cosiddetto classico latino. Per studiare bene il classico latino, non basta imparare a memoria la traduzione del brano, ma è necessario analizzarlo secondo diversi punti di vista e comprenderne il significato. Come fare tutto ciò e riuscire a fare bella figura all'interrogazione di latino? Basta seguire alcuni piccoli consigli, e adottare così un metodo di studio adeguato. 

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COME STUDIARE CLASSICO LATINO: LE DRITTE. Iniziamo lo studio del nostro classico latino leggendo l'introduzione al brano: essa contiene informazioni fondamentali riguardo al testo che andremo a tradurre, in particolare il contenuto e il significato. 
 

Leggere il testo in latino. Successivamente, proviamo a leggere tutto il brano, così da avere un quadro generale ed individuare già termini e nomi che conosciamo.

Tradurre il testo latino. Adesso arriva il tasto dolente: la traduzione del brano di classico latino! Rispetto ad una versione di latino siamo facilitati, poiché la traduzione è presente nelle note. I problemi allora sono solo 2:

  1. collegare la traduzione in italiano ai termini in latino
  2. imparare la traduzione

Come facciamo? Proviamo con un esempio. Prendiamo il proemio del De rerum natura di Lucrezio e traduciamo i primi versi:

Aeneadum genetrix, hominum divomque voluptas,

alma Venus, caeli subter labentia signa

quae mare navigerum, quae terras frugiferentis

concelebras, per te quoniam genus omne animantum

concipitur visitque exortum lumina solis

Leggendo la traduzione che compare nelle note, proviamo ad associarla ai termini in latino seguendo 3 criteri:

  • distinguiamo verbi, nomi, aggettivi, pronomi, avverbi, congiunzioni ecc…
  • osserviamo caso, genere e numero
  • riconosciamo i termini di cui conosciamo il significato

Se non riusciamo ad associare la traduzione al termine corrispondente, cerchiamolo sul vocabolario. Proviamo ora ad applicare queste regole sul brano che abbiamo preso come esempio, seguendo la costruzione della frase in italiano:

Aeneadum genetrix, hominum divomque voluptas = Genitrice degli Eneadi, piacere degli dei e degli uomini

– Genetrix ⇒ vocativo singolare, dunque "genitrice"

– Aeneadum ⇒ genitivo plurale, dunque "degli Eneadi"

– voluptas ⇒ vocativo singolare, dunque "piacere"

– hominum ⇒ genitivo plulare, "degli uomini"

– divomque ⇒ que è la congiunzione "e", divom è genitivo plurale, dunque "e degli dèi"

Proseguiamo con altri versi:

alma Venus, caeli subter labentia signa/ quae mare navigerum, quae terras frugiferentis/ concelebras = Venere datrice di vita, che sotto gli erranti astri del cielo rendi pieni di vita il mare solcato da navi e le terre ricche di messi 

Seguendo sempre la costruzione in italiano, associamo i termini:

– Venus ⇒ vocativo singolare, "Venere"

– alma ⇒ vocativo singolare; difficile riconoscere il significato di questo termine a primo impatto; per cui, cerchiamo spiegazioni nella nota o eventualmente sul vocabolario: "datrice di vita"

– quae ⇒ pronome relativo femminile, nominativo, "che".

– subter ⇒ "sotto"

– labentia ⇒ aggettivo, accusativo neutro purale "erranti"

– signa ⇒ accusativo neutro plurale, "astri"

– caeli ⇒ genitivo singolare, "del cielo"

– concelebras ⇒ è il verbo, indicativo presente "rendi pieni di vita"

– mare ⇒ accusativo singolare, "il mare"

– navigerum ⇒ concorda con mare, accusativo singolare "solcato da navi"

– quae ⇒ non ripetiamo il secondo "quae", ma uniamo le due relative con "e", poiché hanno stesso verbo.

– terras ⇒ accusativo plurale, "terre"

– frugiferentis ⇒ frugiferentes, accusativo plurale che concorda con terras, dunque "ricche di messi"

Classico latino: Analisi del testo e commento. Una volta imparata la traduzione, analizziamo il brano, evidenziando costrutti, periodi e particolarità. Per esempio, nel nostro caso abbiamo relative (quae terras frugiferentis/ concelebras), causali (per te quoniam genus omne animantum/ concipitur visitque exortum lumina solis) e così via.

Successivamente, passiamo al commento del brano: leggiamo bene tutte le note, così da capire a cosa allude l'autore dei versi e quali tematiche affronta.
 

Contestualizzare il brano . A questo punto, ci resta un'ultima cosa da fare: ripassare l'opera da cui è tratto il brano, l'autore, il contesto storico. In questo modo, avremo un quadro più completo, e riusciremo a comprendere fino in fondo il brano, a farne un buon commento durante l'interrogazione, e a ricordare meglio la traduzione!

 

METODO DI STUDIO: LE DRITTE. Tutto chiaro? Ricordati che per studiare bene devi tenere a mente alcune regole fondamentali: 

 

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