Seconda Prova Maturità 2019: la prova su Don Milani al liceo di Scienze Umane
I ragazzi del liceo di scienze umane, nel corso della seconda prova, hanno sostenuto un compito su un brano tratto da un’opera di Don Milani, Lettere a una professoressa. Ma chi era Don Milani? Quale peso ha avuto nel campo della pedagogia? Ha scritto diversi libri? E quali sono le sue celebri frasi? Se rimanete con noi andiamo a fare un viaggio nella vita di quest’uomo per conoscerlo meglio, capirne la profondità del pensiero e apprenderne, se necessario, qualche insegnamento.
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Don Milani: chi era
Don Lorenzo Milani nasce, durante il periodo fascista, il 27 maggio del 1923, nel 1930 tutta la famiglia si trasferisce a Milano per ragioni economiche; a Milano, Lorenzo, passerà tutta la sua infanzia e l’adolescenza. Non fu mai uno studente modello, il 21 maggio ’41 la guerra anticipa la chiusura delle scuole. Lorenzo viene dichiarato maturo ma rifiuta d’andare all’università; sceglie invece di dedicarsi alla pittura. E’ proprio attraverso una ricerca sui colori della liturgia cattolica che Lorenzo si avvicina in qualche modo alla Chiesa. Il 3 giugno ’43 è la data della conversione e dell’incontro con don Raffaele Bensi, che ne diventerà il direttore spirituale. Entra in seminario dove non tarderanno a venire contrasti vari con i suoi “superiori”. La famiglia non approva la scelta di vita religiosa del figlio. Infatti, alla cerimonia della tonsura, l’atto d’ingresso alla vita ecclesiastica, nessuno dei parenti sarà presente.
Don Milani: la pedagogia
Don Milani è considerato uno dei pedagogisti più influenti, concepiva la scuola come un diritto di tutti. Tale diritto era già presente nella Costituzione ma, poiché bambini e ragazzi erano considerati forza lavoro, non veniva esercitato. Nella sua scuola i ragazzi non erano divisi per età, si imparavano quattro lingue, si leggeva il giornale, ci si aiutava l’un l’altro, si imparava a cantare, nuotare, sciare e altre discipline che nelle scuole di città non venivano praticate. Non c’erano né voti né bocciature e ciascun alunno procedeva nell’apprendimento in base ai propri ritmi individuali, si lavorava in gruppo e non vi era alcuna programmazione da seguire ma gli interessi degli alunni, specialmente in base anche al luogo di provenienza dei ragazzi.
Don Milani: libri e frasi
Il testo più famoso fu “Lettera ad una professoressa”, indirizzata ad Adele Corradi nella quale si criticava il sistema scolastico classista, totalmente disinteressato agli ultimi ovvero a tutti coloro svantaggiati da problemi familiari economici e legati all’ambiente di provenienza. Il suo scopo era dare ai ragazzi, in particolare a quelli più disagiati, l’uso della parola, insegnar loro ad apprendere e usare la parola per far fronte alla sottomissione operata dalla classe borghese. Qualche celebre frase:
- “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia.”
- “Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali.”
- “Ogni parola che non impari oggi è un calcio nel culo domani.”
- “Servitù è il vero nome di quell’obbedienza che non è virtù.”
- “È solo la lingua che rende uguali. Uguale è chi sa esprimersi e intendere l’espressione altrui.”
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