Ci sono fumetti che sono magici nel vero senso della parola!
Il Seme della Follia – proposto oggi in versione integrale da Magic Press – è un’opera che vive di ambientazioni e personaggi fantastici, magici, fiabeschi. Il fumetto risale al 1996 ed è il frutto di una collaborazione tra Emmanuel Civiello e Thomas Mosdi. Civiello è nato in Francia nel 1973 (a Lille) ed ha studiato sia all’Accademia delle Belle Arti di Angouleme, sia alla School of Fine Arts in Brussels. In Belgio l’artista ha appreso le tecniche di pittura e di illustrazione che lo hanno aiutato nel 1996 a fare l’esordio da professionista con la pubblicazione del primo tomo di questo La Graine de Folie (il titolo originale de Il Seme della Follia), una storia che ha avuto immediatamente un successo strepitoso, venendo nel giro di pochi anni tradotta in diversi paesi di tutto il mondo.
Dall’incontro con Mosdi è nato anche Korrigans, altro fumetto fantasy ambientato in Irlanda nell’anno Mille e che parla dei folletti che popolano i boschi (pubblicato in Italia da Magic Press). Non a caso Civiello ha confessato di adorare le ore notturne di lavoro, quando si immerge nella dolcezza della musica celtica per creare mondi leggendari e medievali. E’ un autore estremamente lento, che ama curare ogni dipinto nei minimi dettagli, per non creare l’atmosfera perfetta in grado di trascinane il lettore direttamente nella sua immaginazione. Il fantasy e la mitologia Celtica sono proprio la passione di Civiello e Mosdi, i quali si sono incontrati per caso ad una fiera di fumetti ed innamorati artisticamente. Un incontro fortunato e che ha regalato tanto al mondo del fumetto, visto che pochi si sono riusciti a dedicare con tale perfezionismo al fantasy puro.
Magic Press ha racchiuso in un unico volume la tetralogia dedicata ad Igguk Plitchwood, un provetto elfo alchimista del mondo di Faërie, chiamato a salvare il proprio popolo e la propria terra dalla distruzione. I testi dell’opera sono scritti da entrambi gli autori citati, mentre le illustrazioni sono integralmente del buon Civiello. Il Seme della Follia – L’integrale è composto da ben centonovantuno (191) pagine a colori, ma non aspettatevi disegni qualsiasi. 17,00 € per un volume brossurato di tale fattura sono un contributo minimo per arricchire la propria cultura. Il fumetto originale, come già accennato, è composto da ben quattro tomi così chiamati: Igguk; Le Grand Ornement; La Morrydwen; Le Roy sans cœur. Prima di continuare nella lettura di questa recensione, provate a dare uno sguardo al blog ufficiale di Civiello (http://civiello.canalblog.com/ ) ricco delle sue eccellenti illustrazioni (osservatele tutte, ingranditele e rifatevi gli occhi), di studi preparatori, approfondimenti ecc… Una pagina è esclusivamente dedicata alle creature magiche da lui interpretate e sfruttate nelle sue pubblicazioni. Il blog non è perfettamente governabile, ma bisogna insistere un po’ per accedere ad ogni sezione.
L’opera è vincente, senza ombra di dubbio, da un punto di vista grafico, meno da quello narrativo. Da una parte abbiamo le tavole incantate di Civiello, rappresentazioni di una realtà fantasiosa che lasciano a bocca aperta. E’ facile rimanere stupiti sfogliando il volume, a tal punto da disinteressarsi quasi completamente della trama, della sceneggiatura e soprattutto dei dialoghi. Goblin, elfi, troll e fate riempiono ogni spazio con il loro dinamismo sfrenato. Le scene interne e quelle esterne sono ugualmente curate, tenebrose quando serve e capaci di incantare. La copertina de Il Seme della Follia – L’integrale brilla e offre tepore agli occhi del lettore. Per quanto riguarda l’altro aspetto del prodotto, ovvero soggetto e sceneggiatura, si fa spesso fatica a stare dietro alle fatiche di Igguk Plitchwood. Tanta confusione e poco linearità: le vignette sembrano mal rimontate in sequenze così caotiche da provare un senso di disorientamento. I dialoghi non sono poi così diretti e chiari – sarà dovuto al fatto che gli esseri protagonisti non sono gente comune – e ci vuole un impegno extra per rimanere aggrappati alla trama. Questo avviene soprattutto all’inizio, nel primo tomo, importante poiché è il biglietto di presentazione dell’opera.
Dopo la lettura potrebbe restarvi un pizzico di fame, una voglia sottile di continuare a leggere fumetti del genere. A sorpresa anche John Doe – serie molto amata di Editoriale Aurea – si è dato al fantasy nel numero dodici della quarta stagione, un albo intitolato La Stirpe della Signora Nera. Lorenzo Bartoli e Riccardo Torti si sono divertiti a dare una interpretazione tutta fantasy delle avventure del “dio” più originale della storia dell’umanità. I lettori sono stati invitati a mettere da parte ogni ricordo per tuffarsi nella vicenda eroica di Harthad, un uomo venuto dal nulla (parliamo sempre del caro John) e chiamato a salvare il destino di un intero villaggio nel “settantaduesimo autunno dopo la guerra dei giganti”. Le cose si fanno serie sin dal primo minuto, quando una voce fuoriesce da uno scenario caratteristico, un villaggio radicato in una valle cullata dai monti: “l’inverno sta arrivando”. Il riferimento è tutto per il mitico ciclo delle Cronache del Fuoco e del Ghiaccio, una lunga serie di romanzi scritti da George R. Martin. A proposito, Italycomics che ha già pubblicato le due storie che si svolgevano novanta anni prima degli eventi di A Game of Thrones (The Hedge Knight – Il Cavaliere Errante e The Hedge Knight II – Spada Giurata), rilascerà presto l’adattamento ufficiale a fumetti del Gioco dei Troni. Tornando al fumetto della premiata ditta Recchioni/Bartoli, è emozionante ritrovarsi tra i piedi personaggi noti e da tempo “esiliati” dagli autori. Leonida, Autumn, Morte sono istituzioni di questa serie e in La Stirpe della Signora Nera vengono ripescati per far parte di un teatrino simpatico e che esalta il mondo del fiabesco dalla prima pagina all’ultima. Il team di disegnatori Torti/Galliccia/Pontrelli alterna stili differenti non facendo perdere in nessun istante compattezza grafica. Il passaggio finale, con la favola risolutiva narrata da John Doe per salvarsi la pelle, è delizioso e le immagini dolci, infantili, oniriche sono uno dei punti più alti di tutta la produzione. Magie, mostri, castelli incantati, enigmi ed eroi: questo non è fantasy classico puro. John Doe n. 12 IV Stagione non è un fumetto per tutti. Per apprezzarlo in pieno è necessario conoscere le vicende passate e soprattutto le relazioni dei personaggi che qui appaiono rinnovati e spogliati da ogni continuity. Resta un bellissimo esperimento, un atto d’amore verso un genere in grado di creare veri miti.
Impazzite per i fumetti fantasy? Allora aprite le orecchie e prendete appunti. Ci sono alcune opere (provenienti sia dall’Oriente, che dall’Occidente) che sono state approvate dalla maggior parte dei lettori di ogni generazione. Il primo fra tutti è Thorgal, serie spesso citata su Comicsblog perché completa da tutti i punti di vista. Sceneggiata da Jean Van Hamme (già sceneggiatore di XIII) e disegnata da Grzegorz Rosinski, è ambientata all’epoca dei vichinghi e può essere considerata del tutto innovativa per il suo mescolare fantasy e fantascienza con una raffinatezza e genialità. Troppo facile citare Conan il Barbaro, prodotto lanciato da Dark Horse e trascinato con continuità ed amore da Panini Comics qui in Italia, attraverso una valanga di diverse collane che presentano storie inedite e ritampe. Meglio spendere qualche parola per Bone scritto e disegnato da Jeff Smith; fumetto pubblicato Pubblicato negli Stati Uniti d’America tra il 1991 e il 2004 e che narra le avventure di tre Bone (considerate creature bianche, antropomorfe e dal lungo naso). Questo è un fantasy assai particolare, quasi umoristico ed adatto ad ogni età. Proprio nei prossimi giorni la casa editrice italiana Bao Publishing rilascerà l’edizione integrale della serie, un unico volume da ben 1344 pagine con una speciale introduzione scritta da Neil Gaiman. Da leccarsi i baffi! Il manga fantasy più famoso è certamente Berserk di Kentaro Miura, un’opera di rara bellezza, che in Italia leggiamo dal lontano 1996, quando Panini Comics decise di lanciarlo in una versione un po’ censurata, prima di rilasciare una serie di ristampe corrette, ripulite e più fedeli all’originale. Gli italiani non restano a guardare ed ogni tanto se ne escono con fumetti fantasy di dubbio spessore. In realtà, tanti anni fa, c’è stato un progetto interessante e chiamato 2700… una serie a fumetti creata da Manfredi Toraldo (ideatore del mondo, della trama e dei personaggi, e sceneggiature) e da Ugo Verdi (rifinitura del character design, copertine e model sheet ufficiali). La caratteristica principale di 2700 era quella di applicare al genere fantasy una forte componente tecnologica. Fu rilasciato nel 1992 e uscito nel 1994 per la casa editrice Antropos che pubblicò il Numero Zero (Un Nuovo Mondo) per poi essere rilanciato da edizioni Piuma Blu.
Scheda volume: Il Seme Della Follia – Integrale Di THOMAS MOSDI. Disegnatore EMMANUEL CIVIELLO. Colore.Brossurato.192 pagine. All’interno: In un Medio Evo in cui il cristianesimo ha annientato tutte le altri fedi, il mondo di Faërie sta per perire sotto la spinte di forze demoniache. Per salvare il proprio popolo e la propria terra dalla distruzione, la Regina delle Fate affi da a Igguk Plitchwook, anche chiamato “la memoria degli Elfi ”, la missione di trovare il Cuore di Cristallo. Per il provetto elfo alchimista è l’inizio di straordinarie peripezie che lo condurranno alla gloria eterna… o alla più terribile delle morti. In un unico volume la tetralogia dedicata a Igguk, una delle opere fantasy a fumetti più apprezzate del mercato francese, opera del “maestro” Civiello. Prezzo di copertina: Euro 17,00.