Perché si dice in bocca al lupo? Scopriamo l'origine - StudentVille
In Bocca al Lupo: perché si dice e origine

In Bocca al Lupo: perché si dice e origine

In Bocca al Lupo: le interpretazioni dell’espressione

Con l’espressione ‘In Bocca al Lupo‘ si intende generalmente un augurio scherzoso di buona fortuna che si rivolge soprattutto a chi si accinge ad affrontare una prova difficile. Per questo motivo è molto utilizzato tra gli studenti, in particolar modo tra chi deve svolgere i fatidici esami di Maturità o chi deve affrontare test universitari.

Nel corso del tempo l’espressione ha assunto anche un valore scaramantico: per scongiurare l’eventualità di un avvenimento indesiderato lo si esprime sotto forma di augurio in quanto ‘andare nella bocca del lupo’ metaforicamente sta per ‘cacciarsi nei guai’.

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In Bocca al Lupo: le origini dell’espressione

Le origini dell’espressione ‘In Bocca al Lupo’ sono molto incerte ed infatti ancora oggi le sue interpretazioni sono numerose. Secondo una prima interpretazione, l’espressione deriverebbe dal linguaggio di pastori e allevatori per i quali il lupo era il più temuto di tutti gli altri animali a causa della sua voracità per il bestiame che accudivano. Un’altra interpretazione si aggancia, invece, alla storia dell’origine di Roma: Romolo e Remo vennero salvati dalla lupa quindi l’espressione sarebbe sinonimo di buona fortuna.

L’origine più accreditata di “In bocca al lupo” deriva però dal mondo della caccia medievale. I cacciatori utilizzavano questa formula come espressione apotropaica: augurando simbolicamente una sventura estrema – finire letteralmente tra le fauci del predatore – si cercava paradossalmente di scongiurarla. Questo meccanismo linguistico si basava sulla superstizione che nominare direttamente la buona sorte potesse attirarsi l’attenzione di spiriti maligni o del destino avverso.

La risposta emblematica “Crepi il lupo!” completa il rituale scaramantico, rafforzando la funzione protettiva dell’augurio e simboleggiando la vittoria dell’uomo sulla minaccia. Nelle comunità rurali, dove il lupo rappresentava un pericolo concreto per il bestiame e talvolta per le persone stesse, questa formula assumeva un significato particolarmente potente.

In Bocca al Lupo: come bisogna rispondere

A seconda dell’interpretazione dell’espressione, cambia automaticamente il modo di rispondere. Se si fà riferimento al linguaggio dei cacciatori, la risposta giusta è ‘Crepi il Lupo‘ in quanto lo scopo della caccia era sopprimere l’animale. Se, invece, si prende spunto dalla tradizione dell’origine di Roma, bisognerà rispondere ‘Viva il Lupo‘ in quanto fu proprio la lupa a salvare i piccoli Romolo e Remo.

In Bocca al Lupo: uso corretto e errori comuni

Forma Corretta

L’espressione corretta è “In bocca al lupo“, da scrivere separando la preposizione “in” dal resto della frase. Un errore molto diffuso consiste nello scrivere “imbocca al lupo“, confondendo la preposizione con il verbo “imboccare” (che significa nutrire qualcuno). Questa confusione nasce spesso da una pronuncia frettolosa o dalla mancata conoscenza dell’origine storica del modo di dire.

È importante sottolineare che si scrive con le iniziali minuscole, a meno che non si trovi all’inizio di una frase. La corretta grafia e pronuncia sono essenziali per preservarne il significato culturale, soprattutto in contesti formali o scolastici.

Risposta Tradizionale

La risposta classica e corretta a “In bocca al lupo” è “Crepi!” o “Crepi il lupo!“. Secondo la tradizione popolare, rispondere con un semplice “grazie” potrebbe addirittura portare sfortuna anziché fortuna. Questo perché, accettando di finire in bocca al lupo con un ringraziamento, si starebbe implicitamente accettando la sfortuna stessa.

La risposta “Crepi” rappresenta la chiusura rituale dell’augurio e simboleggia la sconfitta del pericolo rappresentato dal lupo. È un modo per accettare l’augurio respingendo attivamente la sfortuna.

In Bocca al Lupo: importanza culturale e linguistica

Questa formula scaramantica testimonia il legame degli italiani con la superstizione e il rapporto complesso con la fortuna.

Può essere interessante notare come molte lingue abbiano espressioni simili che evitano l’augurio diretto di buona fortuna. In inglese, ad esempio, si dice “break a leg” (letteralmente: “rompiti una gamba”) nel contesto teatrale, seguendo la stessa logica superstiziosa di scongiurare la sfortuna evitando auguri diretti.

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