Traccia su Svevo per la Prima Prova: analisi del testo

Traccia su Svevo per la Prima Prova: analisi del testo

Traccia Prima Prova: svolgimento all'analisi del testo di Italo Svevo, comprensivo di biografia, opere e tematiche.

TRACCIA SU SVEVO: ANALISI DEL TESTO

Possiamo fare tutte le elucubrazioni possibili ma l’essenziale è saper fare l’analisi del testo, quindi è necessario prepararsi e vedere insieme tutte le cose importanti da sapere non solo su Italo Svevo e sulle sue opere ma anche  su come deve essere affrontata l’analisi del testo. Se il Ministero dell’Istruzione dovesse quindi scegliere questo autore ecco come dovrà essere impostata la traccia:

  • Introduzione scritta: per prima cosa è importante e necessario elencare titolo, autore, opera e tematica principale.
  • Comprensione del testo: poi, bisognerà  fare riassunto del testo (in caso ci fosse una poesia bisognerebbe fare la parafrasi, ma non è il caso di questo autore)
  • Analisi del testo: a questo punto dovrete rispondere alle domande allegate al testo, riguardanti tematiche, termini specifici, lo stile dell’autore, la corrente letteraria di cui fa parte.
  • Interpretazione e approfondimenti: e per finire, occorrerà fare l’approfondimento del testo, con collegamenti ad altre opere dello stesso autore e inquadramento del testo dal punto di vista storico e letterario.

Per approfondire: Come si fa l’analisi del testo

TRACCIA PRIMA PROVA MATURITÀ: LA VITA DI SVEVO

Il suo vero nome è Aron Hector Schmitz, nasce a Trieste il 19 dicembre 1861, da un padre ebreo di origine tedesca (il nonno Astolfo era giunto a Trieste come funzionario dell’impero asburgico) e da madre italiana, porta in sé questo carattere di estraneità che è tipico anche in altri scrittori ebrei: Kafka, Musil, Proust, Rilke, Freud, la cosiddetta “famiglia ebraico-cristiana”. Cresce cittadino austriaco fino al 1918, viene educato in un collegio tedesco (1874-78), vive in una città di confine come Trieste, marginale alla cultura italiana e a quella austriaca, ma, a causa dei traffici commerciali e della sua posizione geografica, profondamente immersa nella mentalità mitteleuropea (Vienna, Budapest, Praga) da partecipare di fatto, al di là delle differenze linguistiche e dei sentimenti irredentisti.

In questa città, “crocevia di più popoli”, Svevo si forma una cultura poco italiana e molto europea: legge autori francesi, tedeschi, russi… Lo pseudonimo di Italo Svevo indica comunque la sua consapevolezza di appartenere a due tradizioni culturali, quella italiana e quella germanica. Rimane 18 anni impiegato alla Banca Union (1880-1898); sposa nel 1896 la ricca Livia Veneziani e lavora nel colorificio del suocero (vernici sottomarine).

Nei primi anni del secolo (1907) conosce l’irlandese James Joyce, esule a Trieste, che gli dà lezioni di inglese e con il quale stringe una feconda amicizia letteraria (Joyce ha scritto Ulisse, Dedalus, Gente di Dublino ed è un esperto del “flusso di coscienza” automatico e del racconto analitico). Negli anni 1910-12 scopre la psicanalisi attraverso le opere del viennese Sigmund Freud, anzi con un nipote medico traduce Il sogno. Subisce l’influsso del filosofo tedesco Schopenhauer. Nel 1925-26 esplode il “caso Svevo” in Francia e in Italia. Muore nel 1928 a Motta di Livenza per un incidente d’auto.

TRACCIA PRIMA PROVA MATURITÀ: LA POETICA E IL PENSIERO DI SVEVO

 Per affrontare al meglio l’analisi del testo, non si può prescindere dalla poetica e dal pensiero dell’autore. Ecco gli elementi chiave della poetica di Svevo:

La funzione della letteratura: in Svevo è caduta ogni funzione sociale e ideologica della letteratura: essa è attività privata, un vizio (almeno rispetto al mondo degli affari). L’autore stesso la praticò in questo modo, senza illusioni e con molti disinganni, fino a pensare seriamente di abbandonare, dopo l’insuccesso del secondo romanzo.Perché scrivere allora? La funzione si capovolge: non più estetica o sociale, ma conoscitiva e critica.

L’intellettuale, identificato ormai con l’inetto, il diverso, il malato, il nevrotico, ricorre alla letteratura, estraniandosi dall’attività economica e dai modelli sociali, per recuperare la misura della sua esistenza, mediante l’autoanalisi, e dei rapporti sociali. È una conoscenza frammentaria e disorganizzata della realtà, ma lo scrittore, ponendosi sul piano dell’ironia, prende le distanze dal mondo dei “sani” recupera una sua parziale autonomia, può esercitare la tolleranza verso di sé e gli altri.

I protagonisti: il fallimento. I protagonisti dei tre romanzi sono dei letterati falliti: Alfonso scrive un romanzo a quattro mani con Annetta e, alla fine, si suicida (Una vita); Emilio è ancora una volta un letterato annoiato e deluso (Senilità); Zeno Cosini entra in scena con un diario che è definito dal dottore un cumulo di “tante verità e bugie”, creando così le premesse di una ambiguità che svuota le stesse possibilità di un racconto reale (La coscienza di Zeno).

La poetica: la poesia è un vizio di cui Svevo si vergogna, da cui non riesce a liberarsi, ma che considera indispensabile. La poesia esprime la condizione dell’uomo del ‘900, inetto, abulico, emarginato dalla società. Il tema centrale è l’inettitudine, contrapposto all’attitudine, cioè la malattia contrapposta alla salute. La struttura narrativa è ancora legata al Verismo nelle prime due opere, mentre risulta fortemente innovativa nell’ultima. In “Una vita” infatti, è presente un narratore esterno che focalizza sul protagonista, il quale molto spesso è condizionato dalla società e dall’ambiente. In “Senilità”, pur sempre conservando caratteristiche del romanzo naturalista, la novità strutturale è più scoperta, infatti, l’attenzione dedicata all’ambiente è molto limitata e l’autore è maggiormente rivolto all’analisi psicologica del protagonista.

Tuttavia esiste ancora un narratore esterno che tenta di cogliere le sensazioni e i tentativi del protagonista di ingannare se stesso. Soltanto nel 1923, con “La coscienza di Zeno”, Svevo abbandonerà definitivamente i caratteri veristi e raggiungerà la notorietà nonostante i temi trattati che sono gli stessi delle due sfortunate precedenti opere, ma intanto è cambiata la sensibilità del pubblico che è sempre più cosciente della crisi del positivismo e della condizione di inettitudine degli uomini. Inoltre mentre negli ultimi anni dell’800 dominava la figura dell’esteta superuomo dannunziano, adesso questa figura sta lentamente decadendo.

La psicanalisi: Svevo, negli anni del silenzio, si appassiona sempre più alle teorie psicanalitiche di Freud, riprendendole nel romanzo, scardinando tutte le coordinate spazio-temporali sovrapponendo i ricordi espressi senza alcun filo logico. Svevo, in questo processo di dissoluzione delle personalità monolitiche, introduce un procedimento inventivo e narrativo sorprendente che affianca alla strategia del ricordo e dell’introspezione il pretesto (alla fine abbandonato  della cura psicanalitica, come tentativo oggettivo di dare un senso clinico, una spiegazione psicanalitica alla nevrosi, intesa come lacuna della personalità.

Il fatto che la narrazione si regga tutta sul ricordo e sulla rimeditazione autoironica del passato – e non invece sulla sua interpretazione simbolica – permette di ridare credibilità anche alle più irrazionali manifestazioni dell’io, consentendo di inquadrarle nella stessa incomprensibile stranezza della relazioni umane. Di qui la sostanziale accettazione dell’uomo nuovo, che fa della complessità del vivere, una palestra per il lucido esame dei suoi processi psicologici e delle sue scelte apparentemente contraddittorie.

Per approfondire, leggete: Italo Svevo, riassunto completo

PRIMA PROVA MATURITÀ: LE OPERE DI SVEVO 

Quale testo, o passo delle sue opere potrebbe essere scelto? Ecco alcune risorse per essere preparati al meglio:

Ecco tutte le risorse di cui potreste avere bisogno per affrontare la maturità:

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