In vista della maturità 2025, gli studenti potrebbero trovarsi a confrontarsi con Ossi di Seppia, un’opera che, nonostante un secolo di storia, parla con sorprendente attualità attraverso temi universali: l’angoscia esistenziale, la ricerca di significato in un mondo apparentemente privo di senso, il rapporto conflittuale con la natura. Con il suo linguaggio essenziale e le immagini simboliche tratte dal paesaggio ligure, Montale costruisce un percorso poetico che dalla concretezza degli elementi naturali si eleva alle grandi domande sull’umano.
Tipologia A – Analisi del testo poetico
Titolo dell’opera: Ossi di seppia
Autore: Eugenio Montale
Anno di pubblicazione: 1925
Ossi di seppia, traccia svolta Maturità: contesto storico e letterario
Nel giugno del 1925, quando l’editore Piero Gobetti pubblicava Ossi di seppia, forse nemmeno Eugenio Montale poteva immaginare che stava consegnando al mondo un capolavoro destinato a segnare un punto di svolta nella poesia italiana. La pubblicazione avviene in un momento cruciale della storia italiana: Mussolini ha consolidato il suo potere dopo il delitto Matteotti, e il fascismo sta soffocando progressivamente ogni forma di libertà intellettuale e politica.
Montale stesso, in quel periodo, firma il “Manifesto degli intellettuali antifascisti” promosso da Benedetto Croce, posizionandosi chiaramente contro il clima culturale imposto dal regime. La sua poesia nasce quindi come risposta esistenziale a un disagio che è insieme personale, generazionale e storico.
La raccolta si inserisce in un panorama letterario europeo segnato dalle ferite della Prima Guerra Mondiale e dalla conseguente crisi delle certezze positivistiche. Il primo dopoguerra vede infatti emergere opere che riflettono il senso di smarrimento e frammentazione dell’esperienza umana.
Particolarmente significativo è il parallelismo con “The Waste Land” (1922) di T.S. Eliot, dove il paesaggio desolato diventa metafora della condizione umana, anticipando quella “terra arida” che sarà così centrale nell’immaginario montaliano.
Sebbene Montale non si dichiari aderente a specifiche correnti filosofiche, la sua visione esistenziale trova consonanze con il pensiero di filosofi come Heidegger e Sartre. Il senso di “gettatezza” nel mondo, la percezione dell’assurdità dell’esistenza, l’impossibilità di trovare un senso ultimo alla vita sono elementi che avvicinano “Ossi di seppia” alle correnti esistenzialiste che si sarebbero sviluppate pienamente negli anni successivi.
Nel contesto italiano, l’opera segna una rottura decisiva con le tendenze dominanti: si allontana tanto dalla magniloquenza dannunziana quanto dalle suggestioni crepuscolari, inaugurando un percorso che influenzerà profondamente la poesia successiva, ponendo le basi per quella “linea antinovecentista” che troverà continuità in autori come Sereni e Caproni.
Ossi di seppia, traccia svolta Maturità: tematiche principali
Il nucleo tematico centrale di “Ossi di seppia” è il celebre “male di vivere”, espresso emblematicamente nella poesia omonima: “Spesso il male di vivere ho incontrato”. Montale rappresenta un’angoscia esistenziale profonda, una condizione di disagio che non è semplicemente individuale ma diventa universale, specchio dell’uomo contemporaneo smarrito in un mondo privo di senso. Questo malessere si manifesta come impossibilità di trovare un significato all’esistenza, una sensazione di prigionia esistenziale che opprime l’individuo.
Il rapporto uomo-natura costituisce un altro pilastro tematico fondamentale. La natura montaliana non si presenta mai come rifugio idilliaco o spazio consolatorio, ma come paesaggio aspro e desolato: scogliere impervie, terre arse dal sole, mari immobili e opprimenti. Il paesaggio ligure diventa correlativo oggettivo dello stato d’animo del poeta, una natura che non offre conforto ma riflette l’aridità esistenziale. Questa rappresentazione si contrappone nettamente alla tradizione romantica e pascoliana, configurandosi come specchio di una condizione umana di sofferenza e isolamento.
La memoria e il tempo emergono come elementi strutturali della raccolta. Il tempo si configura come dimensione problematica: il presente appare arido e insensato, mentre il passato rappresenta un tempo perduto a cui non è possibile ritornare se non attraverso frammenti memoriali fugaci. Montale esplora la tensione tra il ricordo come possibilità momentanea di fuga dall’aridità esistenziale e la consapevolezza della sua illusorietà, creando una dialettica dolorosa tra nostalgia e impossibilità di recupero autentico.
La poetica degli oggetti costituisce un’ulteriore dimensione tematica distintiva. Gli “ossi di seppia” del titolo ne sono l’esempio più emblematico: relitti marini abbandonati sulla spiaggia dopo che la vita se n’è andata, rappresentano metaforicamente ciò che resta dell’esistenza umana, residui calcinati di vita.
Questi oggetti concreti diventano simboli potenti di stati d’animo, applicando quella tecnica del correlativo oggettivo che avvicina Montale a T.S. Eliot. Altri esempi significativi sono il muro con i cocci di bottiglia, la carrucola del pozzo, i limoni: oggetti concreti che assumono valenza simbolica universale, trasformandosi in metafore della condizione umana.
Ossi di seppia: stile e linguaggio innovativo
L’innovazione più significativa di Montale in “Ossi di seppia” è rappresentata dalla creazione di un linguaggio poetico rivoluzionario che rompe con la tradizione retorica precedente, specialmente con il dannunzianesimo. Il poeta ligure costruisce versi caratterizzati da un’asciuttezza espressiva senza precedenti, eliminando ogni elemento superfluo per arrivare all’essenza della comunicazione poetica.
Il suo lessico si distingue per la concretezza delle scelte terminologiche. Montale attinge sia al linguaggio quotidiano che a termini tecnici o specialistici, creando un impasto linguistico dove parole come “carrucola”, “muretto” o “proda” si caricano di valenze simboliche.
Questa precisione lessicale trasforma gli oggetti comuni in potenti correlatori oggettivi, tecnica che permette di rappresentare stati d’animo attraverso elementi concreti della realtà, influenzata dalla poesia di T.S. Eliot.
Particolarmente rivoluzionario è l’abbandono delle forme metriche tradizionali a favore di una metrica irregolare e frammentata. Pur mantenendo tracce dell’endecasillabo, Montale lo decostruisce, alternandolo a versi di lunghezza variabile che seguono il ritmo del pensiero piuttosto che schemi predefiniti. Ne risulta una musicalità aspra, caratterizzata da dissonanze e contrasti, perfettamente funzionale a esprimere il “male di vivere”.
Il poeta costruisce inoltre un sistema di tensioni linguistiche attraverso l’accostamento di termini di registro alto e basso, creando effetti di straniamento che costringono il lettore a una partecipazione attiva. L’uso frequente di fonosimbolismo, con allitterazioni aspre in poesie come “Cigola la carrucola del pozzo”, amplifica la dimensione sensoriale della sua scrittura, permettendo di “ascoltare” l’aridità esistenziale che permea la raccolta.
Questa rivoluzione stilistica ha avuto un impatto duraturo sulla poesia italiana, aprendo la strada all’ermetismo e influenzando profondamente le successive generazioni di poeti, che hanno trovato nel linguaggio montaliano un modello di autenticità espressiva e di resistenza alla retorica vuota.
Ossi di seppia, traccia svolta Maturità: attualità del testo
A cent’anni dalla pubblicazione, la raccolta montaliana conserva una straordinaria potenza interrogativa che parla direttamente alle nuove generazioni. Il “male di vivere” descritto da Montale non è soltanto una condizione personale, ma rappresenta un disagio universale che trova eco nelle esperienze degli adolescenti contemporanei.
Le statistiche sul disagio giovanile odierno offrono inquietanti parallelismi con l’angoscia esistenziale espressa nei versi di Montale. La sensazione di smarrimento, l’incapacità di trovare un senso all’esistenza e il sentimento di isolamento descritti nella raccolta risuonano fortemente nell’epoca dei social media, dove paradossalmente l’iperconnessione ha amplificato la solitudine.
Particolarmente rilevante risulta l’approccio di Montale alla sofferenza: non una resa passiva, ma una resistenza attiva. La ricerca della “maglia rotta nella rete” – quel varco che permette di intravedere una possibilità di salvezza – offre ai giovani lettori uno strumento concettuale per affrontare le difficoltà.
Come scriveva Montale: “Non chiederci la parola che squadri da ogni lato / l’animo nostro informe”. Un invito a resistere all’assenza di risposte definitive che risuona potentemente nell’incertezza della società liquida contemporanea.
La pandemia ha rappresentato un’esperienza collettiva di claustrofobia esistenziale che ha avvicinato molti giovani alle tematiche montaliane. L’impossibilità di movimento, l’angoscia del confinamento e la ricerca di piccoli momenti epifanici nella quotidianità sono temi che hanno trovato nuova risonanza. Non è casuale che negli ultimi anni si sia registrato un aumento dell’interesse per la poesia montaliana tra i giovani lettori.
La proposta etica di Montale – un principio morale non moralistico fondato sulla dignità della resistenza – si configura come valido antidoto al nichilismo contemporaneo. Il poeta non offre facili consolazioni, ma mostra come sia possibile mantenere una postura etica anche davanti all’assurdità dell’esistenza, un insegnamento prezioso per i giovani alla ricerca di autenticità.
Due significative iniziative testimoniano la vitalità dell’opera nel 2025: la mostra fotografica “Meriggiare pallido e assorto” allestita a Genova, con 99 scatti ispirati ai testi montaliani, e un innovativo percorso nei luoghi liguri che hanno plasmato l’immaginario del poeta. Queste iniziative dimostrano come l’opera continui a generare nuove interpretazioni e a ispirare diverse forme artistiche, confermando la sua straordinaria attualità.
Ossi di seppia, traccia svolta Maturità: collegamenti interdisciplinari
A livello interdisciplinare, Ossi di seppia può essere collegato:
Alla filosofia esistenzialista: Montale anticipa molte riflessioni di filosofi come Heidegger o Sartre, in particolare sul tema dell’assurdità e dell’incomunicabilità.
All’arte novecentesca: il senso di solitudine e disgregazione si ritrova in pittori come Munch o nei paesaggi metafisici di De Chirico.
Alla storia: il clima di sfiducia e disillusione del primo dopoguerra attraversa tutta l’opera.
Ossi di seppia, consigli operativi per la prova di Maturità
Affrontare una traccia su “Ossi di seppia” richiede un approccio metodico e critico. Iniziate contestualizzando l’opera nel primo dopoguerra italiano, evidenziando come la crisi delle certezze positivistiche e il nascente fascismo abbiano influenzato Montale. Collegate questi elementi alla sua adesione al Manifesto degli intellettuali antifascisti di Croce.
Concentratevi sull’analisi approfondita di 2-3 testi emblematici. “Spesso il male di vivere ho incontrato” offre l’opportunità di esaminare il correlativo oggettivo: la pietra, la foglia riarsa e il cavallo stramazzato come manifestazioni concrete dell’angoscia esistenziale. Con “I limoni”, potete illustrare il tema dell’epifania e della ricerca di significato attraverso immagini sensoriali.
Evidenziate le scelte metriche e stilistiche innovative: l’alternanza di versi regolari e irregolari, il lessico che fonde termini tecnici e quotidiani, l’uso sapiente di allitterazioni per creare effetti fonosimbolici.
Proponete parallelismi significativi con altri autori: il senso di estraneità di Camus, la desolazione di Eliot in “The Waste Land”, o l’interrogazione esistenziale di Caproni. Evitate però di ridurre Montale a mero “poeta del pessimismo”.
Sottolineate invece la costante tensione verso momenti di rivelazione e la resistenza morale che anima la sua poetica, come emerge dal celebre “varco” o dalla “maglia rotta nella rete”.
Concludete riflettendo sulla straordinaria attualità del suo messaggio: la capacità di resistere al nichilismo e cercare significato anche in un’epoca di incertezza, un tema che parla direttamente alla sensibilità degli studenti contemporanei.
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