GLI ORIENTALI HANNO GLI OCCHI A MANDORLA: ECCO I MOTIVI
Per quale ragione gli orientali hanno gli occhi a mandorla? È uno dei tanti quesiti che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, si è posto. Cinesi, Giapponesi e Mongoli soprattutto hanno questa forma caratteristica degli occhi che li distingue da tutti gli altri popoli. Le teorie scientifiche che si sono susseguite nel corso del tempo sono d’accordo sul fatto che i motivi siano legati a fattori ambientali, come, del resto, ciò ha influenzato anche i tratti somatici di ogni altra popolazione. Ma quali sono nello specifico queste cause ambientali? Come si è evoluta la forma degli occhi? Ve lo riveliamo subito: dovete solo continuare a leggere!
PERCHÈ GLI ORIENTALI HANNO GLI OCCHI A MANDORLA: LE TEORIE
La maggior parte delle popolazioni orientali, in particolare quelle che vivono del Nord dell’Asia, ha questa caratteristica forma dell’occhio a mandorla, dovuta ad una piega di pelle nell’angolo interno dell’occhio. Questa caratteristica fisica è stata ereditata dagli antenati che abitavano nelle zone siberiane del continente più di 25.000 anni fa. La mutazione è dovuta essenzialmente a fattori ambientali e protettivi: il freddo gelido costringeva la pelle del viso ad essere meno tirata per proteggere alcune parti, e la prolungata esposizione tra i ghiacciai che riflettevano la luce del sole portava gli abitanti di queste zone a tenere gli occhi semichiusi. E al Sud invece? Perché gli abitanti hanno gli occhi a mandorla? In questo caso i motivi sono sempre ambientali, ma diversi: le popolazioni qui, fin da epoche remote, sono a rischio di tempeste di sabbia desertiche e di vento. La pelle serve quindi a proteggere gli occhi dalla polvere.
ORIENTALI: I TRATTI SOMATICI DERIVANO DA UNA MUTAZIONE GENETICA
Abbiamo visto dunque che gli occhi a mandorla caratteristici di alcune popolazioni orientali sono dovuti a fattori ambientali, tuttavia non dobbiamo trascurare gli altri tratti somatici che, secondo uno studio scientifico condotto da un team di ricerca guidato da Yana Kamberov G. e C. Pardis Sabeti presso il Broad Institute di Cambridge, sembra essere dovuto alla mutazione di un gene avvenuta circa 35.000 anni fa. Tale mutazione avrebbe reso i capelli degli Orientali più spessi, denti con una particolare conformazione, seni più piccoli nelle donne e un numero maggiore di ghiandole sudoripare. Secondo questi ricercatori i cambiamenti del DNA in particolari sequenze del genoma umano spiegano le differenze tra le razze umane (anche se, secondo alcuni studi, non è propriamente corretto parlare di razze umane!). Il team ha studiato in particolare il gene chiamato EDAR, la cui versione standard è presente in Africani ed Europei, mentre nella maggior parte degli Asiatici è mutato. Il gene EDAR mutato è stato testato sui topi i quali, una volta cresciuti, hanno evidenziato un pelo più spesso, maggiori ghiandole sudoripare, minor tessuto del seno. Secondo i ricercatori la variante dell’EDAR è nata circa 35.000 anni fa nella Cina orientale, periodo in cui la zona era piuttosto calda e umida: le ghiandole sudoripare servivano quindi ai cacciatori e raccoglitori che abitavano lì in quel periodo.
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