Una piscina per imparare a programmare: come entrare nella scuola 42 Firenze - Studentville
Una piscina per imparare a programmare: come entrare nella scuola 42 Firenze

Una piscina per imparare a programmare: come entrare nella scuola 42 Firenze

42 Firenze è l'innovativa scuola di coding. Per entrare non ci sono rette da pagare, ma bisogna superare una piscina. Curiosi? Leggete l'articolo!

Una Piscina per entrare nella Scuola: un’immagine che a prima vista può risultare strana ma che assume un significato molto concreto quando si tratta di 42 Firenze, l’innovativa scuola di coding di cui vi abbiamo già parlato in un precedente articolo.

Non pensate però all’acqua, al cloro, alla cuffia o agli occhialini: la Piscina infatti è solamente l’azzeccatissima metafora che 42 Firenze ha scelto di utilizzare per definire il periodo full-immersion di 4 settimane nel mondo del coding che serve da vera e propria fase di selezione per chi vuole iscriversi al corso vero e proprio.

Un corso che, ricordiamo, oltre ad essere completamente gratuito, fornisce tutte le competenze e le conoscenze necessarie per lavorare nel mondo tech, della programmazione e del coding, aprendo così le porte a una serie pressoché infinita di opportunità nei settori attualmente più richiesti.

Del corso 42 Firenze abbiamo già parlato dettagliatamente in precedenza, per cui nell’articolo di oggi vogliamo soffermarci a trattare la fase della piscina, ovvero il punto d’ingresso al mondo 42. Per farlo abbiamo intervistato un membro dello staff di 42 Firenze e due studenti  che hanno da poco superato questa fase e ci hanno raccontato la loro esperienza.

come entrare nella scuola 42 Firenze

Pasquale (Staff 42): “Premiamo lo spirito di collaborazione”

Pasquale fa parte dello Staff di 42 Firenze che organizza le piscine: “Si tratta di un percorso molto simile a un videogioco a livelli, composto da una serie di progetti da affrontare che diventano man mano più difficili, ma anche più stimolanti“.

Prima di entrare nello staff, anche Pasquale è stato uno studente 42: “Ho frequentato il corso 42 a Roma e mi ricordo bene la fase della piscina. Io venivo da un liceo classico e non avevo nozioni pregresse di coding, anche per questo non riuscivo a portare a termine più di un progetto al giorno. Il mio vicino di banco, invece, era un ingegnere informatico che riusciva a farne anche 3 al giorno. Entrambi però abbiamo portato a termine la piscina e poi il corso. Il bello di 42 è proprio questo: ognuno può andare secondo il proprio ritmo, l’importante è il risultato finale, ovvero portare a termine tutti i progetti”.

La scuola, infatti, è aperta 24 ore su 24 e non ci sono limiti di presenza richiesti: ognuno può decidere in autonomia quante ore frequentare e in quali orari.

Oltre a rappresentare una fase di selezione per gli aspiranti corsisti, già di per sé la piscina è un vero proprio corso intensivo di coding: “Già nella prima parte gli studenti imparano le basi del linguaggio bash e l’utilizzo di git, che sono strumenti fondamentali nella vita di un programmatore – ci spiega Pasquale – Alla fine delle quattro settimane di piscina, poi, lo studente può vantare ottime competenze nel linguaggio di programmazione C“.

La piscina, così come il successivo corso, è completamente basata sull’innovativo metodo 42: non ci sono professori e studenti, l’apprendimento avviene tra pari, attraverso la risoluzione di sfide e, soprattutto, tramite la collaborazione tra colleghi. “Per andare avanti  nella Piscina è indispensabile imparare a collaborare con gli altri, in uno scambio reciproco che permette di superare man mano tutte le sfide che vengono proposte”.

“Proprio per questo – conclude Pasquale – in fase di selezione, oltre alla qualità dei progetti realizzati, premiamo lo spirito di collaborazione. Alla fine della piscina i partecipanti votano i 5 colleghi più collaborativi che prendono punteggio extra, utile ai fini dell’ammissione al corso. Tutto questo perché vogliamo combattere l’immagine del programmatore con il cappuccio, solo nella sua stanza. Al giorno d’oggi, infatti, saper lavorare in gruppo è un requisito fondamentale in questo tipo di professione”.

Rebecca (Studentessa 42 Firenze): “Qui si impara a lavorare con gli altri”

Rebecca è una studentessa del corso di 42 Firenze che ha sostenuto la piscina a Luglio 2022:

“Ho sentito parlare di 42 Firenze al telegiornale. Ero iscritta all’università, ma non mi sentivo molto stimolata, per cui ho deciso di provare a fare il primo step, ovvero i test online e, una volta superati, la piscina.

Il primo giorno alla piscina è stato il più tosto di tutti, anche perché non avevo alcuna conoscenza informatica se non qualche nozione di PowerPoint.  Ci hanno messo davanti a un’enorme quantità di computer e persone sconosciute, dicendoci semplicemente ‘Fate!’. Ma già dopo un paio di giorni ho cominciato a prendere la mano e le cose sono nettamente migliorate.

Durante la piscina ho imparato a lavorare con gli altri, la collaborazione è essenziale per il successo. Questo è stato un elemento chiave per il mio miglioramento costante. Ho imparato che, anche se sei il più bravo tra tutti, ci sarà sempre un momento in cui avrai bisogno dell’aiuto degli altri.

Proprio per favorire l’interazione e la socialità tra i partecipanti, già durante le piscine, vengono organizzate conferenze, eventi, workshop, lezioni, cineforum e giochi da tavola.

Studiare a 42 richiede un impegno notevole, te ne rendi conto già durante la piscina, ma l’ambiente che si crea è così stimolante che ti fa migliorare costantemente, quasi senza accorgertene. Personalmente, la programmazione non era la mia prima scelta, ma durante il mio percorso universitario non avevo mai avuto stimoli così intensi. È fantastico studiare qui e scoprire una passione che prima non sapevo di avere“.

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Matteo (Studente 42 Firenze): “Un ambiente basato sulla condivisione del sapere”

Anche Matteo frequenta il corso di 42 Firenze dopo aver sostenuto la piscina a settembre 2022:

Mi sono affacciato alla Scuola 42 Firenze a 31 anni, dopo aver conseguito una laurea in lingue orientali e aver fondato una startup nel settore del lifelong learning. Ho conosciuto questa scuola proprio parlando con diversi programmatori che collaboravano con me.

Per partecipare alla piscina, sono sceso da Torino a Firenze con il camper dei miei genitori, dove ho dormito anche per i primi tempi, fino a quando ho ottenuto un alloggio tramite la scuola.

La piscina all’inizio è un po’ come il Grande Fratello, ti trovi insieme a 150 sconosciuti e non hai indicazioni precise da parte dello staff, ma ben presto capisci lo spirito di questa esperienza, ovvero la collaborazione tra pari: il sistema premia chi segue un comportamento virtuoso. Quando chiedo aiuto per risolvere un esercizio, ad esempio, poi rinforzo le mie conoscenze spiegandolo agli altri. È in quel momento che consolido davvero le mie competenze.

All’interno del gruppo poi si sviluppa una forte volontà di condividere i saperi, anche al di fuori del mondo del coding. Io ad esempio ho tenuto lezioni di cinese ai miei colleghi, mentre un altro studente ha organizzato un workshop teatrale e così via… ognuno secondo le sue competenze.

In questo modo i risultati non tardano ad arrivare: basti pensare che a settembre non conoscevo nulla di coding, mentre già a dicembre sono riuscito a creare un videogioco“.

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Articolo in collaborazione con 42 Firenze by FCRF

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